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Sampmania: dove eravamo rimasti?
Ovviamente ci sono alcune chiavi di lettura da sottolineare: l'asse centrale composto da Barreto e Ramirez non ha creato azioni degne di nota, anzi, sono stati proprio il regista – chiamato all'arduo compito di sostituire Torreira - e il trequartista uruguaiano due dei peggiori tra le fila della Samp. L'attacco non ha aiutato Giampaolo, anche se sia Defrel che lo spento Quagliarella sono stati serviti con il contagocce da un centrocampo spento, privo di idee e ancora molto imballato, oltre che orfano di quel piccolo gigante che fa panchina - ancora per poco, fidatevi - all'Arsenal. Non è un'assenza da poco, il primo anno d.T. (dopo Torreira) sarà complicato da gestire. Spesso la Samp ha faticato quando doveva far transitare la palla dalla difesa al centrocampo. La fase di uscita è stata 'sporca', termine che usa spesso negli allenamenti Giampaolo. E se il primo passaggio obbliga già i centrocampisti a rincorrere la sfera, senza dar loro il tempo di riflettere sulla mossa successiva, tutta la costruzione della manovra ne risente.
Cerchiamo di vedere anche i lati positivi della sconfitta. Il gioco blucerchiato è cambiato con l'inserimento di Ekdal e soprattutto di Saponara, che ha caratteristiche molto diverse da Ramirez, forse in questo momento più funzionali alla squadra. La difesa, fragile e impalpabile sulle corsie, fornisce alcuni spunti interessanti. Murru e Beresynski sono parsi in ritardo di condizione, in particolare il laterale sinistro, spesso preso d'infilata dai diretti avversari. Brava l'Udinese a trovare sempre le fasce, intanto la Samp in quella zona di campo non ci gioca praticamente mai. Ma il Doria non può concedersi voragini simili. Nella difficoltà generale merita un '+' sulla fiducia la prova di Colley, che ha portato al pacchetto arretrato centimetri e solidità. Quello che preoccupa però, e che inquietava già durante calciomercato, è l'assenza totale di un centravanti vero, uno alla Zapata (o alla Zaza), in grado di tenere palla per favorire lo scarico su Quagliarella o Defrel. E' un lavoro che forse può fare Kownacki, anche lui abbastanza vivace al momento del suo ingresso in campo ma ancora acerbo per una responsabilità simile.
Nota a margine anche per Audero: si diceva di Viviano che fosse poco reattivo in uscita, l'attuale estremo difensore della Samp forse è persino troppo spericolato. Un paio di suoi interventi lontano dall'area sono stati da mani nei capelli, ma è altrettanto vero che il giocatore scuola Juve ha compiuto almeno due o tre interventi decisivi. Merita un'altra occhiata. Ora la Samp invece è chiamata al compito più difficile: non demoralizzarsi con il Napoli alle porte, e dopo un avvio simile di campionato non è affatto semplice. Siamo ancora all'alba della stagione, c'è tempo per ricredersi e non è il caso di dare giudizi affrettati. Non sarebbe giusto nei confronti un tecnico che negli ultimi anni, pur con i suoi difetti, ha donato un'identità e un gioco - talvolta prevedibile - a una squadra reduce dalla doppia gestione Zenga-Montella. Però, tutta questa fatica a Udine proprio non ci voleva. Noi cerchiamo di rimanere realisti e ottimisti ma ben consci del fatto che, continuando a regalare un tempo e tutte le partite in trasferta, la fatica si farà sentire. E in Serie A un comportamento del genere è un vero rischio.