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    Sampmania: bentornato, Karol!

    Sampmania: bentornato, Karol!

    • Lorenzo Montaldo
    Un mese e nove giorni: tanto è passato dall’ultima volta in blucerchiato di Karol Linetty. Dicendolo così non sembra neppure troppo, ma dal punto di vista della Sampdoria è un’eternità. Senza il polacco in campo, la squadra di Giampaolo si è arenata: sono arrivate quattro sconfitte, contro Bologna, Lazio, Sassuolo e Napoli, e soltanto un misero pareggio a Cagliari. Coincidenza? In parte sì, perché una squadra con un impianto di gioco complesso come quello blucerchiato non può dipendere soltanto da un elemento. Ma è anche esemplificativo di quanto sia importante nell’economia doriana il centrocampista classe 1995. Le sfortune recenti della Samp non dipendono soltanto dall’assenza del giocatore ex Lech Poznan, che di conseguenza non può essere additato come unico e solo salvatore della patria. Sarebbe sbagliatissimo. Anche perché in questo avvio di campionato il mediano era uno dei giocatori su cui Giampaolo puntava con più frequenza, ma non faceva parte della cerchia ristretta degli insostituibili del tecnico, quelli a cui il mister non rinuncerebbe neppure sotto tortura. Silvestre, Praet, Torreira, Quagliarella: questo è il poker degli intoccabili, tutti gli altri possono ruotare, almeno questo è il principio generale di Giampaolo. Ma Linetty, falcata dopo falcata e tackle dopo tackle, si stava iscrivendo di diritto a questo club esclusivo.

    L'infortunio di Linetty non è stata l'unica causa della flessione doriana - è bene ribadirlo - ma è sicuramente vero che la Samp ha sofferto molto la lontananza forzata dal campo del suo numero 16. Anche perché nessuna delle riserve unisce tutte le qualità del polacco. Linetty non è soltanto corsa e forza fisica. E’ intelligente, lucido, e rispetto allo scorso campionato è migliorato anche qualitativamente. Senza contare che nel momento magico della Samp aveva trovato anche quei gol che gli mancavano per compiere il definitivo salto di qualità. Barreto, il giocatore con cui spesso entrava in ballottaggio, dal punto di vista tecnico non è all’altezza della mezz’ala nativa di Znin. Il paraguaiano cerca di sopperire nei limiti del possibile con l’esperienza ma nel fitto telaio blucerchiato, se uno dei tre interpreti di centrocampo non parla la stessa ‘lingua’ degli altri due compagni, tutta l'impalcatura ne risente. Ecco, se qualcosa ha insegnato l’assenza di Linetty è che il centrocampo deve vibrare tutto alla stessa frequenza, per ingabbiare e stordire gli avversari. Se il ritmo sale, o se scende troppo, la Samp gira a vuoto. Le altre alternative a disposizione di Giampaolo poi hanno caratteristiche troppo diverse rispetto a quelle del numero 16. Verre non può assolvere i compiti di rottura propri di Linetty – nel gioco delle coppie, è la controfigura di Praet – mentre Capezzi sta studiando all’ombra di Torreira.

    Da qualche giorno ormai Linetty è rientrato in pianta stabile a lavorare con il gruppo. Corre, scatta, calcia, e il fastidio muscolare di un mese fa pare solo un lontano ricordo. Contro la Spal, il pubblico del Ferraris saluterà e riabbraccerà il suo motorino polacco, che non sarà appariscente come Praet o Ramirez, e neppure straripante come Zapata o onnipresente come Torreira, ma che in mezzo al campo si fa sentire, eccome. Giampaolo magari potrà dargli spazio a gara in corso, per facilitare il suo rientro graduale, ma i tifosi blucerchiati sperano che il suo ritorno possa spezzare la maledizione. E se la Samp dovesse tornare a fare punti beh, a quel punto, definirla soltanto ‘una coincidenza’ sarebbe troppo difficile.

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