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Sampmania: ancora uno? (Le contropartite tenetele pure a Milano, grazie)
Intendiamoci, non escludo che parecchie società siano realmente interessate ai talenti che crescono rigogliosi a Bogliasco. È una testimonianza del buon lavoro svolto dagli scout blucerchiati nell'individuarli, e di Mister Giampaolo nel farli rendere. Non sono neppure così ingenuo da non pensare che i club gettino già ora le basi per alcune trattative di giugno, in modo tale da battere la concorrenza. Poco importa se il campionato è in corso, se i giocatori teoricamente dovrebbero essere concentrati solo su un obiettivo (lo ripetono tutti ad ogni domanda sul mercato, quasi viene da crederci). Ritengo però che esistano anche le vie di mezzo. Altrimenti sembrerebbe quasi che una squadra in piena lotta per l'Europa - i tifosi facciano pure gli scongiuri - che la scorsa estate ha realizzato 91 milioni di plusvalenze sia destinata a smantellare i quattro-cinque undicesimi di una formazione competitiva già a giugno. Lo ritengo poco credibile. La parte peggiore però è che la Samp dovrebbe anche ridursi a fare favori di tipo economico alle solite big: da quando è il più debole a dover concedere favori al più potente?
Nella settimana che conduce a Samp-Inter ovviamente sono i nerazzurri i più gettonati in quanto a rumors. Perso (?) Torreira, che radiomercato dà già al Napoli - io aspetterei a bollarla come definitiva - Ausilio si sarebbe fiondato sugli altri pezzi pregiati. Chi è che potrebbe fare gola alla squadra milanese? Linetty, Bereszynski e ovviamente Praet. Non si discute solamente di trasferimenti, ma anche di parole che ormai i tifosi della Sampdoria hanno imparato a conoscere bene, in particolare quando ci sono di mezzo le presunte trattative con l'Inter: iper valutazioni e contropartite. Il primo termine si riferisce al consueto favorino di bilancio che la Samp dovrebbe fare quasi 'di default' a una società ben più ricca e più sponsorizzata. Perché mai, mi viene da chiedere? Ma è il secondo termine quello che più di tutti mi procura l'orticaria: le contropartite. Le stesse che ormai da secoli l'Inter prova ad affibbiare al club di Ferrero. I nomi sono i soliti: qualche ragazzino della Primavera, il Pinamonti di turno oppure i grandi classici, gli intramontabili Nagatomo e Santon. Piccola parentesi: la prossima volta che i due terzini verranno accostati alla Samp riceveranno anche una targa che testimonierà la loro centesima presenza in una supposta - e il termine non è casuale, perdonatemi il francesismo - trattativa tra il Doria e l'Inter. Già, la Samp dovrebbe abbassare notevolmente le sue pretese cash per giocatori che hanno un mercato molto ampio e potenzialmente fruttuoso, in modo tale da assorbire alcuni esuberi della quinta forza del campionato, ottenendo contemporaneamente due risultati: rinforzare un'avversaria abbassando pure il suo monte ingaggi e indebolire se stessa. Tutto molto logico.
C'è anche un altro caso che mi fa tenerezza. E' quando sento quelli che "beh ma la clausola è a 25, trattiamo sul prezzo e limiamo le richieste verso il basso". Sicuramente. Altro piccolo inciso per i tifosi di altre squadre che continuano a ribadire: "Ha una clausola, perchè la Sampdoria dovrebbe chiedere di più?". Non mi stancherò mai di ripeterlo: le clausole devono essere pagate per intero, in un'unica soluzione e di solito entro la metà di luglio. Se si vuole pagare a rate, la Samp ha il diritto di respingere eventuali proposte e chiedere di più. E poi ormai si è capito, i giocatori in uscita dall'Inter difficilmente fanno al caso della Samp. Le esperienze con Dodò e Ranocchia hanno fatto scuola, rimanendo in attesa di Rocca e Bonazzoli, a cui bisogna concedere il beneficio del dubbio: almeno sono ancora giovani. In attesa del prossimo nome della Samp già virtualmente di proprietà di questa o quella squadra, una cosa ritengo che dovrebbe essere ben chiara: le contropartite tenetele pure a Milano. Sedetevi ad un tavolo, e iniziate a trattare con Ferrero e Romei. E vinca il migliore.