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Sampmania: la peggior Sampdoria della stagione
Già, "l'Europa". Questa parola che prima era tabù, semplice ricettacolo di speranze, sogni e desideri, è stata sdoganata negli ultimi tempi dall'ambiente genovese. Forse è il caso di andare ad esaminarlo davvero, questo obiettivo. All'inizio della settimana avevo scritto che quello di Crotone era un vero e proprio esame di maturità. Non ci volevo di certo io per dirlo, penso che tutti se ne rendessero benissimo conto da soli. Così come credo che tutti abbiano notato la bocciatura rimediata dalla Samp in questo esame. Forse è persino inutile preoccuparsi di sfoderare la grande prestazione con l'Inter in casa. Ben vengano le partite epiche contro i nerazzurri, sia chiaro, ma un' eventuale vittoria contro la squadra di Spalletti varrebbe tanto quanto una vittoria in casa del Crotone. Dico la verità, questa volta avrei preferito vincere contro l'avversario sulla carta più debole, e magari poi perdere di fronte ad una squadra attrezzata per la Champions League. Mi avrebbe fatto innervosire di meno.
Riconsideriamolo allora il traguardo Europa. Una squadra che vuole entrare in Europa, anche dalla porta di servizio, non può permettersi di perdere tutte le trasferte in cui sarebbe chiamata a fare punti. Chi sogna una competizione continentale non può concedersi il lusso di non giocare a Benevento, e di non presentarsi allo Scida per Crotone-Sampdoria. Per arrivare settimi in campionato queste partite bisogna sbranarle, letteralmente. E ormai non posso neppure più credere alla leggenda della 'giornata storta'. La giornata storta è un evento raro, che capita una tantum. Se diventa cronicità, vuol dire che esiste un qualche motivo recondito, una causa che onestamente non sono capace di individuare. Fragilità psicologica, mancanza del sostegno del pubblico in trasferta, assenza di stimoli o incapacità di sognare in grande? Non lo so, sono in cerca di risposte.
La fotografia perfetta della giornata è stato il quarto gol, quello che ha chiuso definitivamente i conti, anche se i conti a dire la verità non si erano mai neppure aperti. Un pasticcio tragicomico degno del migliore film muto degli anni '20. Risultano evidente, nell'azione che ha generato il 4-1 della squadra di Zenga, tutta la superficialità e la leggerezza doriana. A fini puramente statistici potrei citare il nono gol stagionale in Serie A di Duvan Zapata, o il quarto rigore parato da Emiliano Viviano in questa stagione: nessuno nei cinque migliori campionati europei ne ha neutralizzati di più. Ma tutto ciò servirebbe soltanto ad aumentare il rimpianto per quello che poteva essere e non è stato. Sono sicuro che adesso la Sampdoria sfodererà la solita grande partita contro la 'big' di turno. Ma a questo punto, rischia di non essere sufficiente. E il rammarico allora potrebbe rivelarsi ingestibile.