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Sampmania: accontentati a metà
La gara ha evidenziato, tra le fila doriane, alcune individualità importanti. A partire dalla coppia di centrali, probabilmente in questo momento una delle prime cinque del campionato: Skriniar ha avuto un' unica incertezza su novanta minuti complessivi, Silvestre nemmeno quella. In porta Puggioni garantisce affidabilità, Linetty è – per definizione dello stesso Giampaolo – un trattore. Bereszynski a destra dopo le tante recenti incertezze non ha demeritato, Praet ha grandi potenzialità (ancora inesplose, per la verità): insomma, è stata una buona Sampdoria. E dall'elenco tengo fuori volutamente Schick, di lui parleremo a parte. La Samp, comunque, può migliorare ancora. Può crescere in maturità, può crescere sotto l'aspetto della gestione delle partite, ma soprattutto deve imparare a chiudere le gare; non basta una difesa letteralmente perfetta che non fa toccare palla a Belotti, serve anche cinisimo e cattiveria. Quella che non ha avuto Bruno Fernandes ad esempio, a mio modo di vedere una delle note dolenti di serata. Il portoghese ha qualità tecniche superiori alla media, ma da un po' di tempo sta evidenziando una preoccupante flessione. Giampaolo dovrà recuperarlo, o ritagliare per il ruolo un altro protagonista.
In chiusura, è giusto dedicare spazio ai due protagonisti di serata. Uno in positivo, e parliamo ovviamente di Schick, l'altro in negativo, e mi riferisco a Vasco Regini. Analizzare l'ennesima perla di Schick utilizzando parole come 'predestinato', 'fenomeno' e 'meraviglioso' sarebbe ripetitivo e pure un po' stucchevole. Diciamo soltanto che l'attaccante ceco ha sbattuto in faccia una delizia a chi sostiene che '25 milioni siano persino troppi per un panchinaro alla Sampdoria'. Che Schick appartenga ad un piano totalmente differente dal 99% dei giocatori della Serie A lo si capisce semplicemente vedendo come tratta il pallone. Non serve molto altro, basta vederlo giocare per pochi minuti. Ed è giusto che la Samp provi ad ingolosirlo con argomenti economici pur di alzare la maledetta clausola che pende sul suo capo. 40 milioni sembravano tanti pure per Dybala, oggi qualcuno la reputa per caso una cifra fuori mercato? Fidatevi, sarà lo stesso per Schick.
L'altro nome gettonato di serata è quello di Vasco Regini. Il capitano doriano è incespicato in uno scivolone davvero marchiano, che non fa altro che alimentare l'accanimento nei suoi confronti. Un accanimento divampato anche a causa delle inopportune dichiarazioni del procuratore, che forse dovrebbe pensare di esplicitare i suoi argomenti nelle stanze impenetrabili di Corte Lambruschini, non in pubblico. A pagare, persino oltre le sue colpe, è un giocatore e un professionista serio e attento.Uno di quelli che devono convivere con una brutta reputazione, persino ingenerosa per certi versi. Regini ha sbagliato, ha regalato al Torino il gol dell'1-1, come è successo almeno una volta in carriera a tutti i calciatori della Serie A. Gettargli la croce addosso sarebbe sbagliato, così come lo è vivere di pregiudizio. Forse il buon Vasco, sempre esemplare nel mettersi a disposizione della causa in qualunque ruolo e circostanza, non sarà il terzino sinistro più forte del mondo, anzi, sicuramente non lo è. Ma non può essere nemmeno il capro espiatorio in ogni situazione. Si merita, soprattutto,un trattamento 'alla pari' con gli altri. Un trattamento possibilmente non inquinato dai pregiudizi.
@MontaldoLorenzo