Sampdoria: tutte le colpe di Zenga
L’esonero è arrivato a novembre dopo mesi in cui Zenga non è riuscito a creare il giusto feeling con i tifosi che mai gli hanno perdonato l’euro figuraccia di agosto contro il Vojvodina. Il dazio da pagare è stato altissimo per l’allenatore che pure in campionato non aveva iniziato male a livello di risultati. Imbattuto nelle prime tre gare in cui aveva strappato un ottimo pari a Napoli, aveva poi continuato a vincere in casa e perdere in trasferta. Insomma il problema non erano i punti che ad oggi sono 16. A mancare nella Sampdoria di Zenga era un’idea di gioco e un’identità forte.
Zenga paga queste colpe a cui si aggiunge la gestione non perfetta del miglior Cassano, a livello disciplinare, della carriera. Dopo averlo accettato il mister gli ha concesso solamente due maglie da titolare e domenica lo ha fatto scaldare per oltre venti minuti per poi farlo entrare a dieci dalla fine quando la partita era già compromessa. Tante colpe e pochi meriti, tra cui la vena sotto porta di Eder e il lancio di qualche giovane, così è finita l’avventura di Walter Zenga sulla panchina della Sampdoria.
Matteo Oneto