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Romano: Zenga, i retroscena dell’addio
RAPPORTO GIA’ ROTTO – Zenga fa sapere che il viaggio a Dubai dalla sua famiglia e dai suoi bambini era autorizzato dal presidente; la Samp nega, gioco delle parti. Sembra essere tutto scontato, perché quel volo di WZ fa allacciare le cinture all’aeroplanino. Sì, lui, Vincenzo Montella, sempre presente nei desideri di Ferrero da qualche cena a Firenze insieme (pizzicati più di una volta) fino a quel tentativo dell’estate scorsa. Riavvolgiamo il nastro: la verità è che dopo la famosa sconfitta col Vojvodina Zenga era stato praticamente esonerato. Una cacciata già decisa e ritirata dopo la gara di ritorno a sorpresa, per presa di posizione dello spogliatoio, anche alla luce di una discreta prestazione. Ma quella macchina è rimasta nei rapporti gelidi tra Ferrero e un allenatore che non ha mai sentito suo.
TRA CASSANO E MONTELLA – Ha pesato molto la questione Antonio Cassano. Mai voluto, mai protetto, mai (o quasi) utilizzato da Zenga per il disappunto della società, del presidente e dello stesso Antonio. Che Walter non lo volesse in blucerchiato è noto; Ferrero lo ha convinto, tira e molla produttivo per riprenderlo a furor di popolo. Ma i pochi minuti giocati da Cassano e il pessimo feeling con l’allenatore hanno completato l’opera di un esonero ormai scritto. Sì, ha pesato anche Antonio, in attesa più che mai di Montella. Adesso la trattativa con Vincenzo sta entrando nel vivo: in estate è stato sondato dalla Sampdoria durante il terremoto post Europa League, senza però avere i margini per impostare un discorso. Oggi invece l’intesa tra Montella e la Samp c’è, passo decisivo. Bisogna trattare con la Fiorentina, una clausola pesante da 5 milioni a stagione e l’agente Alessandro Lucci al lavoro. E Zenga? Incredibile ma vero, ancora in attesa di una telefonata. Spento o non raggiungibile, dicono. Con avvocati già pronti e un aeroplanino che si aggira su Genova.
Fabrizio Romano