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Sampdoria, Thorsby: 'Voglio giocare in un top club, confido nell'aiuto di Giampaolo'
Grandi elogi per Giampaolo: "Siamo nelle mani di un insegnante di calcio. Già perché lui allena e insegna. Con mister Ranieri io sono cresciuto tanto, con lui giocavo molto di fisico di testa. C’era infatti uno schema che prevedeva il lungo lancio del portiere per la “spizzata” di testa al compagno più vicino. Adesso con Giampaolo è cambiato il gioco della squadra e quindi anche il mio. Ma voglio migliorare e dimostrare di essere un giocatore anche tecnico non solo fisico. Ho tanto da imparare da Giampaolo e voglio farlo così da affinare le mie capacità calcistiche. A 25 anni ho ancora parecchio da dimostrare e da imparare. Tra l’altro conoscevo l’attuale mister perché io arriva alla Sampdoria tre anni fa quando lui andò via. Ma io firmai per la Sampdoria il gennaio precedente da allora guardai tutte le partite blucerchiate e mi feci un’idea di quello che chiedeva Giampaolo ai suoi giocatori. Quindi, quand’è tornato sapevo già cosa mi sarebbe aspettato".
"A me sembra un po’ di essere tornato a scuola" prosegue Thorsby parlando di Giampaolo. "Ma mi applico per capire le sue indicazioni consapevole che posso fare il salto di qualità seguendolo. E quindi mi alleno con entusiasmo. Ripeto: il mio ultimo step di crescita professionale è aumentare la mia espressione tecnica nelle giocate singole e di squadra. E credo che Giampaolo in questo mi possa dare tanto".
Entusiasta pure dei nuovi acquisti: "Sensi non lo scopro certo io, è un campione. Ha delle potenzialità incredibili e ci garantisce il salto di qualità. Sabiri ha grande talento, dobbiamo aiutarlo a inserirsi ancora meglio di quello che ha già fatto. Così come Supryaga, che non parla altre lingue oltre al russo, che però ha fame e voglia. Inoltre gli staremo vicino anche per quello che sta succedendo al suo Paese ora in guerra. Fra l’altro per lui è ancora più dura che per gli altri dato che deve lavorare con un allenatore molto preciso e articolare, a volte la lingua è un problema serio".
"Quagliarella? Che dire, è il nostro capitano. Lui ci dà tanto in campo e nello spogliatoio. È sempre decisivo. Fondamentale il nostro rapporto: mi aiuta durante i momenti topici della partita, mi suggerisce anche dove mettermi, cosa fare, insomma, per me, è importantissimo. Io un leader? Mi sento ancora giovane per questo compito. Ho solo 25 anni e in squadra oltre al capitano, ci sono altri giocatori di esperienza e personalità. Io, come qualsiasi altro giovane, faccio di tutto per aumentare il mio bagaglio professionale e cercare di alzare sempre il mio livello tecnico di prestazione. Penso che un giocatore debba lavorare costantemente e con intensità, soprattutto in allenamento. Tant’è che, per esempio, a fine seduta mi fermo per effettuare esercizi prevalentemente tecnici. Il lavoro paga sempre".
Thorsby è entusiasta della vita genovese: "Mi sento molto fortunato. Già è stato bello poter arrivare in Serie A, in uno dei più importanti campionati del mondo e di approdare in una società prestigiosa come la Sampdoria. Poi posso godere di una bella vita anche fuori dal lavoro, vicino alla natura, con il mare da una parte e i monti dall’altra. Mi piace la gente, il cibo, la casa dove abito con la mia fidanzata, Sabrina. Tra l’altro lei fa la spola da Genova alla Norvegia, perché frequenta ancora l’Università dove studia tematiche ambientali. La sera, quando ci ritroviamo, facciamo spesso lunghe discussioni su questi temi così importanti. È bello avere acanto una persona che condivide i tuoi stessi interessi e ideali".
E sul futuro? "Intanto penso alla Sampdoria e vorremmo tutti chiudere bene questa stagione. Una delle mie ambizioni è riuscire a giocare prima o poi in un top club e quindi al più alto livello possibile. Ma per riuscirci so bene di dover percorrere ancora un po’ di strada e completarmi professionalmente. Confido nell’aiuto di mister Giampaolo, i suoi insegnamenti saranno molto preziosi. Lavoro dopo aver chiuso con il calcio? Non ancora ma sicuro mi piacerebbe vivere, magari, sei mesi qui a Genova e sei mesi in Norvegia. D’altronde l’Italia e il mio paese sono i più bei posti del mondo. O magari potrei trovarmi un lavoro nella comunità europea nell’ambito dell’ecologia, mi piacerebbe molto. Aiuterei il pianeta, imparerei tante lingue, potrei rendermi utile alla comunità".