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Sampdoria-Palermo, la partita di Osti: "Quanti ricordi in blucerchiato. Il colpo? Torreira"
Il suo arrivo al Palermo è stato del tutto inatteso, ma accolto con entusiasmo: "Sinceramente, no. La chiamata del Palermo è stata inaspettata. E ne sono stato felicissimo. Mi ha dato la possibilità di riprendere a lavorare dopo un anno e mezzo, in un club prestigioso come quello rosanero... Avevo tanta voglia di rimettermi in gioco. La prima telefonata l'ho ricevuta il 31 dicembre dall'ad Giovanni Gardini, con lui avevo già lavorato a Treviso 25 anni fa. 'Se dovesse cambiare qualcosa a livello di direzione sportiva, ci verresti?'. La mia risposta, 'Quando mi devo presentare?'" ha detto a Il Secolo XIX.
Il primo pensiero ripensando alla Sampdoria è per Edoardo Garrone: "Un galantuomo. Che ringrazierò sempre per avermi portato alla Samp. Con lui avevo instaurato un bel rapporto. Sono stati 10 anni e mezzo lunghissimi e intensi, i primi 8 anni e mezzo bellissimi, gli ultimi due da cancellare, per una serie di motivi. Sotto il profilo sportivo porterò sempre con me i derby vinti, che sono stati tanti in quel periodo. La Stracittadina di Genova, per l'atmosfera che la contraddistingue è unica nel panorama calcistico italiano".
Tra le tante partite vissute in blucerchiato, una spicca su tutte: "Sono state tante. Ma l'indimenticabile è la vittoria per 2-1 allo Juventus Stadium, il 6 gennaio 2013. Io ero appena arrivato con Delio Rossi alla Sampdoria, che si trovava in una situazione di classifica complicata. La prima partita in casa con la Lazio la perdiamo 1-0, poi la sosta per le feste, la ripresa in casa dei bianconeri allenati da Conte. Doppietta di Icardi che non avrebbe dovuto nemmeno esserci perché convocato dall'Argentina per un torneo giovanile. E in più giocammo in dieci dal 30' del primo tempo, espulso Berardi. Una partita mitica che cambiò il nostro campionato. Una emozione fortissima. Ho anche il ricordo più brutto...".
Il dolore più grande legato alla sua esperienza a Genova: "Il Ponte Morandi, le 43 vittime. Tragedia che mi ha segnato. Ma Genova, anche se colpita così duramente, seppe rialzarsi in poco tempo, ritornando a essere La Superba". Nel corso degli anni, Osti ha gestito un gran numero di operazioni di mercato: "Ne avevamo fatte tantissime, specialmente nel periodo 2014-2019, quando nel calcio italiano era esplosa una bolla speculativa che permetteva di realizzare grandi plusvalenze. Siamo stati bravi in quel periodo a fare un lavoro di equipe con i vari tecnici che si sono succeduti. Avevamo Riccardo Pecini, fuoriclasse nell'andare a pescare profili di qualità in quei campionati meno esposti alla luce dei riflettori. Il colpo? Torreira. Lo vidi giocare in un playoff con il Pescara, la chiudemmo in 48 ore. Lo vendemmo all'Arsenal per tanti soldi. Ma sono stati tanti, Schick, Andersen, Skriniar, Praet... "
Nonostante il suo lungo passato alla Samp, non ha mai potuto vivere il nuovo centro sportivo di Bogliasco: "Mi dispiace, sinceramente, non essere mai entrato nei nuovi spogliatoi di Bogliasco. Però i lavori me li sono vissuti tutti... sono contento che ora la Samp abbia il nuovo centro sportivo, nel calcio di oggi è un aspetto primario. Quello del Palermo è fantastico, è stato costruito in soli 16 mesi".
I legami con alcune persone della Sampdoria restano forti: "Alberto Bosco e Massimo Ienca li considero dei fratelli. Insieme ne abbiamo viste e vissute tante. Ho sofferto per la scomparsa di Giorgio Ajazzone, un pezzo di Samp che se n'è andato. Salutatemi il dottor Baldari, il più forte medico del mondo".
Analizzando Sampdoria e Palermo, Osti nota delle somiglianze: "Parliamo di due club ambiziosi, con un grande passato. Meriterebbero di tornare al più presto in A, rappresentano la quinta e la sesta città italiana per numero di abitanti. Una differenza è che Genova ha due squadre. Il Palermo alle spalle ha una realtà come il City Football Group, ha fatto cose straordinarie in pochissimo tempo, come appunto il centro sportivo, e sta creando i presupposti per il ritorno in A da club strutturato. Oggi il nostro obiettivo è entrare nei playoff nella posizione migliore possibile".
Osti non si esprime sulla stagione della Samp, ma sottolinea le difficoltà del campionato: "Da fuori non mi permetto di esprimere giudizi. Posso dire che questo è un campionato pazzesco, irto di difficoltà, basato molto sulla fisicità, le squadre tecnicamente allenate fanno fatica a essere dominanti. Se togliamo Sassuolo, Pisa e Spezia, regna l'equilibrio. Le partite si 'sporcano' tutte. L'ultima può battere la prima... Ci sta che una squadra come la Sampdoria partita con aspettative diverse si trovi lì. Ma mancano ancora 10 giornate e sono convinto che per chiunque con 3 vittorie di fila si possano aprire tutti gli obiettivi. E lo insegna proprio il campionato scorso della Sampdoria".
Infine, un pensiero sulla partita di sabato: "Innanzitutto, bella. La Samp vale più di 30 punti. Semplici gli ha dato una quadra, a Bari meritava di vincere. È in crescita, come il mio Palermo. Penso che sarà decisa dagli episodi, come sempre nel calcio. Poi ripeto, oggi il nostro obiettivo dichiarato sono i playoff".