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Sampdoria, lo strano caso del marchio, che il club 'paga' a Ferrero e dovrà essere ricomprato
Nel frattempo, la società ha cambiato padrone, da Garrone a Ferrero, anche se la famiglia Garrone/Mondini ha mantenuto le fideiussioni e la vicenda del marchio è l'ultima in piedi a legare i due soggetti. Comunque, una volta finito il rimborso, il marchio tornerà nella disponibilità non della Samp, ma della sua controllante Sport Spettacolo Holding (ex Sampdoria Holding appunto, a cui Ferrero ha cambiato nome) il cui socio unico attualmente è il trust. Negli scorsi anni oltretutto la Sampdoria versava nella holding della famiglia Ferrero, per poter usare il marchio, 3 milioni di euro all'anno, canone ridotto a 2 milioni post covid. La Ssh a sua volta rimborsava Intesa San Paolo. L'accordo tra Sampdoria e SSH prevedeva inoltre che la Samp potesse continuare ad usare il marchio anche dopo il lease back, e anzi avrebbe potuto tornare proprietaria del suo marchio versando a Ssh 2,5 milioni entro i sei mesi precedenti la scadenza del contratto, febbraio 2025.
Qui si apre un'altra partita perché un potenziale compratore dovrà mettere in conto anche la riscossione del marchio, a meno che non ne voglia fare a meno (poco plausibile). La differenza, a questo punto, è sulle diverse modalità di acquisto: chi vorrebbe arrivare alla Sampdoria passando dalla Ssh (ricapitalizzazione con bond o acquisto mediante versamento dei soldi richiesti dal trust) si farà carico tra i debiti anche di quell con Intesa San Paolo. Chi invece vorrebbe rilevare esclusivamente la Sampdoria (vedi Barnaba) dovrà trattare successivamente il marchio con Vidal e la famiglia Ferrero. Tutto ciò ammesso che, scrive Il Secolo XIX, venga rispettata la rateizzazione.