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    Sampdoria: lo spettro fallimento, il limite del 20 giugno e tutte le possibili strade per salvare il club

    Sampdoria: lo spettro fallimento, il limite del 20 giugno e tutte le possibili strade per salvare il club

    • Lorenzo Montaldo
    “La partita più difficile”: così definiscono Lanna e Romei il futuro della Sampdoria, a livello societario strettamente connesso a Massimo Ferrero, alle sue decisioni e alla presenza di eventuali investitori pronti ad immettere liquidità e capitali nel club, in modo da non farlo fallire. I tifosi blucerchiati, invece, adesso si chiedono quale orizzonte temporale sarà necessario per conoscere il loro futuro. Una situazione ingarbugliata, che presenta numerosi scenari. Adesso c’è anche una data limite, il 20 giugno. Quel giorno è stato posto il termine ultimo per iscriversi al prossimo campionato di Serie B. Cinque giorni prima, quindi il 15 giugno, vanno consegnati in Covisoc tutti i documenti e la fidejussione a garanzia dell’iscrizione. 

    Il nodo è economico. Per tale deadline servono circa 30 milioni: andranno saldati tutti gli stipendi di giocatori e staff fino a maggio, oltre alla rata Irpef di fine maggio, 21 milioni a cui aggiungere il saldo dei debiti in scadenza entro giugno 2023, maturati con le società per operazioni di mercato delle scorse stagioni (6 milioni), da sommare anche ai 2,5 milioni di 'bonus individuali' (lo stipendio di dicembre dei calciatori ‘posticipato’ a fine annata). Da qui derivano sostanzialmente quattro diramazioni.  

    BOND - La strada vagliata da tempo è quella dell’emissione di un bond, un prestito obbligazionario garantito, da circa 35 milioni. Un investitore ‘presterebbe’ 35 milioni di euro a Ferrero, ricevendo in pegno le azioni del club in cambio di una restituzione con ovviamente un tasso di interesse. A quel punto, il CdA sarebbe composto per metà da uomini di Ferrero e per l’altra metà da persone di fiducia dell’eventuale investitore. Se il Viperetta non riuscisse a restituire la cifra, perderebbe le azioni che andrebbero all’investitore. Quella del bond è una strada difficile, perché ad oggi pare davvero molto complesso ipotizzare qualcuno disposto a prestare soldi ad un imprenditore come Ferrero. 

    AUMENTO DI CAPITALE - La pista che conduce all’aumento di capitale, intrapresa dal finanziere Barnaba, è altrettanto tortuosa. In pratica, un azionista sottoscriverebbe un aumento di capitale in modo tale da ‘diluire’ le azioni di Ferrero, diventando a sua volta azionista di maggioranza. Problema: serve l’ok di Ferrero, che resta abbarbicato alla sua proprietà. Il terrore dell’ex presidente è quello di perdere la società a zero, vuole racimolare qualcosa dalla Samp e sembra intenzionato a trascinarla con sé nel vortice del fallimento. Dal suo punto di vista, poco cambia.

    TRUST - Non va dimenticato che la Sampdoria è attualmente posta in un trust, il cui trustee (quindi di fatto proprietario del club) è il commercialista di Ferrero, Gianluca Vidal. La Sampdoria dovrebbe essere ceduta immediatamente a fronte di un’offerta da 40 milioni di euro per l’acquisto del club. Fantascienza, in questo momento. Oltretutto considerando che la situazione debitoria attuale arriva a 200 milioni di euro, 140 circa netti.

    FALLIMENTO- L’ultima diramazione, quella che terrorizza i tifosi doriani, è il fallimento. Se nessuna delle quattro opzioni sopra citate dovesse andare in porto, Ferrero sarebbe chiamato a ricapitalizzare con le sue finanze. Finanze che ovviamente il Viperetta non ha. Quindi, scaduti i termini per le iscrizioni ai campionati e conclusasi la composizione negoziata - strumento a cui si è rivolta la Samp su decisione del tribunale, che la mette al riparo per sei mesi da istanze di fallimento, scadenza il 6 giugno - uno dei creditori potrà avanzare istanza di fallimento. L’iter è il consueto: il Tribunale nominerebbe un curatore fallimentare, che farebbe una valutazione del club perché a quel punto la Sampdoria andrebbe venduta all’asta. Il titolo sportivo tornerebbe alla Figc e il Sindaco di Genova avrebbe la facoltà di predisporre un bando per l’acquisto del club. Un’eventuale nuova società potrebbe presentare in seguito alla Figc la richiesta per per riavere il titolo sportivo della città, e dopo un controllo della COVISOC potrebbe ripartire dal primo campionato professionistico (la Serie D) con una nuova matricola e un nuovo nome, in attesa di recuperare nome, simboli e trofei al termine dell’iter fallimentare.
     

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