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Sampdoria, riecco Damsgaard: Giampaolo è una garanzia, il futuro è definito
MALEDETTO INFORTUNIO - Alla fine, invece, il Doria di offerte concrete non ne ha ricevute e Damsgaard è rimasto al Ferraris, pronto a far esplodere tutte le qualità soltanto intraviste sino ad allora. D’Aversa, nelle prime sette giornate in Serie A, lo ha impiegato praticamente in qualunque posizione. Centrocampista sinistro, attaccante mancino, trequartista: la Samp era alla ricerca di una difficile quadra, e il Maghetto danese con lei. E’ a quel punto, però, che nasce l’incubo. Il primo infortunio risale al 13 ottobre scorso, con la nazionale: da lì ha preso il via un calvario durato mesi e mesi. Inizialmente ha patito un acciacco muscolare, seguito da un intervento in artroscopia al ginocchio destro, poi un altro problema, il più grave: una forma di artrite reumatoide molto aggressiva, condita da febbri e gonfiore, difficilissima da debellare.
L’INCUBO E IL RITORNO - Un’infezione che sembrava non andare mai via, quella con cui ha lottato Damsgaard. Il momento peggiore a gennaio, sprofondato nella disperazione di una malattia che sembrava interminabile, e rischiava di minare il suo umore. “Sto ancora prendendo medicine. Alcuni medici dicono che potrei doverla prendere per il resto della mia vita” raccontava a fine maggio, quando il peggio era ormai alle spalle. Ad aprile è tornato ad assaporare la partita vera. Soltanto un assaggio, il suo vero campionato inizia ora.
CURA GIAMPAOLO - Adesso Damsgaard ha ritrovato a Bogliasco l’allenatore che, alla Samp, ha fatto le fortune di giocatori giovani e talentuosi. Skriniar, Schick, Torreira, Andersen e Praet, tanto per citare alcuni nomi sparsi, hanno seguito pedissequamente Giampaolo, e l’incontro con l’uomo di Giulianova ha cambiato la loro carriera. La prima cosa che ha fatto Damsgaard, appena tornato a Genova, è stata proprio incontrare il neoassunto timoniere blucerchiato, e non è difficile pensare che il tecnico doriano abbia rimuginato a lungo, in questi mesi, sul modo migliore di sfruttare le sue caratteristiche.
IL NUOVO RUOLO - Ipotizzare l’impiego che ne farà è difficile: dipenderà moltissimo dal mercato, dalla tipologia di innesti e dalle partenze in mediana. Per ora prendiamo a modello le frasi pronunciate su Sensi. Recentemente, in alcune interviste, Giampaolo ha spiegato di aver impiegato Sensi come trequartista per preservarlo e ‘risparmiargli’ alcune sollecitazioni potenzialmente pericolose per la sua integrità fisica. Non è difficile pensare che possa compiere valutazioni simili anche per Damsgaard. Comunque, il danese gli consentirà anche alcune variazioni sul tema, a seconda dell’impegno: per esempio da esterno offensivo largo nel 4-1-4-1 visto spesso l’anno scorso, o attaccante mancino nel 4-3-3. E se decidesse, pian piano, di arretrarlo per portare qualità tra le mezzali? Il tecnico, per sua diretta ammissione, sta già soppesando un simile piano con Sabiri, e non sarebbe fantascienza vederlo applicato anche all’ex Nordsjaelland.
FUTURO E MERCATO - Per la Sampdoria, questa dovrà essere l’annata della consacrazione di Damsgaard. Ritardata purtroppo di un anno, ma sempre dietro l’angolo. A Corte Lambruschini sono stati chiari, non esistono giocatori incedibili, ma è ipotizzabile che, a meno di clamorose offerte - non preventivabili oggi - Damsgaard possa rimanere al Ferraris nel 2022-2023. Se confermerà le attese, e gli antipasti già proposti sino ad oggi, il mercato arriverà di conseguenza la prossima estate. Dopo aver sconfitto la malattia, riprendersi ciò che gli spetta potrebbe essere una formalità. A Genova, quantomeno, se lo augurano tutti.
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