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    Sampdoria, Gabbiadini: 'Voglio arrivare in doppia cifra'

    Sampdoria, Gabbiadini: 'Voglio arrivare in doppia cifra'

    L'attaccante della Sampdoria Manolo Gabbiadini ha rilasciato un'intervista al quotidiano Tuttosport. 'Il discorso di Mihajlovic nell'intervallo della gara con il Livorno? Non ha raccontato nessuna barzelletta, ma non ha nemmeno lanciato in aria seggiole e tavoli - ha spiegato il giocatore blucerchiato -. Anzi, a differenza di quello che ci aspettavamo, è stato pacato e tranquillo. Si vedeva che aveva fiducia in noi e abbiamo avvertito le sensazioni che trasmetteva. Alla fine lo abbiamo ripagato alla grande. Dove può arrivare la Sampdoria? Difficile dirlo, ma dopo aver ottenuto la quota salvezza non dobbiamo fermarci. E ha ragione Mihajlovic quando dice che sente parlare troppo di Verona, Parma, Torino. Noi andiamo avanti in silenzio, a fari spenti, ma a fine stagione parleranno tutti della Sampdoria. Almeno lo spero. Il mio obiettivo? Ho fatto otto gol, mancano undici gare. Sicuramente superare la doppia cifra. Per me sarebbe la prima volta. Le voci di mercato sul mio conto? Non ci penso, ma non è un modo di dire. Guardo solo al presente e a fare bene con la Sampdoria. Prima di tutto viene la mia squadra e di acqua sotto i ponti ne deve ancora passare tanta. La convocazione per lo stage azzurro? A dire il vero non è stata una sorpresa, perché un po' me l'aspettavo. Sapevo che Prandelli voleva valutare anche i giocani e ovviamente ci speravo. Io devo solo pensare a fare bene in questi tre giorni e non a cose che potrebbero rimanere un sogno, come il Brasile. Tre mesi non mi bastano per compiere tutta la strada che devo ancora fare, così come probabilmente sarò giovane anche per i prossimi Europei. Però questo è il mio obiettivo, non lo nego. Devo lavorare molto e la speranza c'è sempre. Ma sono uno che tiene i piedi per terra. La prossima gara contro l'Atalanta? A Bergamo sono cresciuto e lì ho tanti amici. Già molti mi hanno scritto domenica sera: si complimentavano per il gol con il Livorno e mi chiedevano di non fare scherzi nella prossima partita. Io invece gli ho detto che segnerò perché abbiamo bisogno di punti. Di quel periodo ricordo particolarmente Gianluigi Savoldi, che ora purtroppo non c'è più. Fu il mio allenatore quando avevo 12-13 anni e mi ha insegnato molto. Il primo anno in nerazzurro feci poche presenze, poi due anni dopo entrai una ventina di volte, ma a partita in corso. Dovevamo recuperare la penalizzazione e ovviamente per farlo si puntava sui più esperti'.

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