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    Sampdoria femminile, c'è un barlume di speranza: corsa contro il tempo per ricostruire la prima squadra

    Sampdoria femminile, c'è un barlume di speranza: corsa contro il tempo per ricostruire la prima squadra

    • Renzo Parodi
    La Sampdoria femminile aveva deciso di non disputare la serie A. Il 19 luglio scorso un comunicato ufficiale del club annunciava la rinuncia al prossimo campionato di serie A (che inizia a metà settembre), confermata sul campo dalle Women guidate da Mango, al termine di una poule salvezza strappacuore. Motivi di ordine economico, la nuova società deve fare i conti con lo sprofondo rosso ereditato dalla gestione Ferrero.

    Ora però le Women professioniste potrebbero resuscitare. Servivano fondi e Marco Lanna, presidente tuttofare col cuore blucerchiato, è riuscito a scovare un paio di imprenditori genovesi disposti a colmare buona parte del gap economico (qualcosa in meno di due milioni di euro). Ridotto all’osso l’intero settore femminile costerebbe almeno 2,5 milioni di euro. Si attende la risposta di Radrizzani e Manfredi, una conference call con i due proprietari la prossima settimana dovrebbe sciogliere il nodo, in un senso o nell’altro. Lanna confida nel sì ma finora non ha avuto segnali di alcun tipo.

    Il tempo sta per scadere. Restano giusto pochi giorni per costruire la prima squadra (la rosa dovrebbe comprendere 24/25 atlete). La Sampdoria è tuttora regolarmente affiliata al campionato femminile di serie A. Mango e Carli allenatori in prima e in seconda, Casazza preparatore dei portieri e Segale preparatore atletico sono rimasti senza contratto. Una decina di atlete restano viceversa sotto vincolo contrattuale, tra le altre Tarenzi, Re, Pisani e le genovesi Fallico e Olivieri. Le prime defezioni sono già avvenute. Alice Bonfantini (“Era la nostra Maradona”, sospira Marco Palmieri, responsabile del settore donne), l’anno scorso 11 partite, 7 gol e due assist, in prestito dalla Juventus, ha firmato per l’Inter.

    Il monte ingaggi si era attestato attorno ai 700 mila euro lordi, il costo dell’intero settore giovanile femminile grava per 2,5 milioni di euro. I finanziatori sono disposti ad acquistare l’intero ramo femminile di azienda. Nel conto finale anche i contributi di Lega (previsti fra i 600 e gli 800mila euro). Altro ostacolo alla ripresa in serie A, il terreno di gioco. Il terreno di Bogliasco non risponde alle norme draconiane imposte quest’anno dalla Federcalcio, con scarsa considerazione per le società, persino le big emigreranno altrove. Per la Sampdoria il campo di casa diverrebbe lo stadio di Vercelli, 135 km che fanno 270 Km andata e ritorno. Obiettivamente troppi. Qualora la rinuncia alla A fosse confermata il retrocesso Parma potrebbe confidare nel ripescaggio.

    La questione blucerchiata si allarga all’intero settore giovanile delle Women, che la società peraltro si era impegnata a salvaguardare. E meno male! Le ragazze la passata stagione avevano vinto i rispettivi campionati under 8, under 10 e under 12 nonché il campionato Primavera 2 ed erano arrivate alle finali nazionali con l’under 15 e l’under 17. Smobilitare un settore così prolifico sarebbe come darsi la zappa sui piedi. Anche qui occorre prendere una decisione sollecita. Alcune ragazzine hanno già lasciato i colori blucerchiati per sposare quelli rossoblù del Genoa che a livello professionistico disputa il campionato di serie B. 

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