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    Sampdoria, E. Mantovani: 'Vialli sogna la presidenza. Trattativa? Qualcuno fece scelte sbagliate'

    Sampdoria, E. Mantovani: 'Vialli sogna la presidenza. Trattativa? Qualcuno fece scelte sbagliate'

    • Lorenzo Montaldo
    Enrico Mantovani tra presente, passato e futuro. L'ex presidente della Sampdoria, in una lunga intervista a Telenord, è tornato a ripercorrere gli anni d'oro della storia blucerchiata: "La storia blucerchiata è stata un’infanzia incredibile. Ero ragazzino, cosa si può sperare di più che avere la propria squadra del cuore, che non aveva mai vinto uno scudetto, vincerlo, con il proprio papà presidente? Per questo io non faccio testo. Il calcio è cambiato però pochi anni fa il Leicester ha vinto lo scudetto in Premier League. Può succedere ancora, non succederà alla Sampdoria subito ma a qualcuno succederà. Tra qualche anno non escludo che possa esserci".

    Mantovani ha raccontato anche l'episodio dietro alla Coppa Italia '94: "Chiariamo. Io ho alzato quel trofeo, io ero ufficialmente il presidente della Sampdoria, e lo ero da ottobre, ma il vero presidente della Sampdoria ci guardava dall’alto. Quindi quella era una sua eredità e quella è una coppa che gli appartiene al 99%. In quella squadra c’erano giocatori eccezionali, che sono riusciti a concludere una stagione cominciata in modo disastroso visto l’affetto che univa loro al presidente, mio padre. Per me è stata una serata bellissima perché pensavo a lui, a quanto sarebbe stato orgoglioso e non la dimenticherò mai".

    Per quanto riguarda il presente, Mantovani non ha dubbi sulla conferma di Ranieri: "La conferma di Ranieri sembrerebbe una decisione saggia. Da quando è arrivato ha fatto bene. Non penso ci potessero essere aspettative di risultati migliori di quelli ottenuti dal mister. Poi ci sono disquisizioni di tutti i tipi attorno alla formazione giusta. Io guardo il risultato finale e da quando il mister è arrivato ritengo che non ci sia niente da ridire".

    E sulla vicenda ViallI? "Non ho alcuna informazione precisa ma conoscendo molto bene Luca non sarei assolutamente sorpreso se arrivassero notizie in merito all’arrivo alla Sampdoria. Ho raramente avuto la possibilità di conoscere qualcuno nella mia vita con la forza di volontà, la caparbietà che ha dimostrato Luca in tutte le cose che ha fatto nella sua vita. So, con assoluta certezza, che se uno gli dovesse chiedere, a prescindere da altre cose, quali potrebbero essere le ambizioni nell’ambito sportivo, essere coinvolto nella Sampdoria a livello importante per Luca rientrerebbe nelle prime posizioni. Ho grossa fiducia in lui e nella forza di raggiungere gli obiettivi che si pone; io, fossi un tifoso, non scommetterei contro un suo approdo in società. Fallimento trattativa? Siamo arrivati molto vicini poi c’è chi ha fatto scelte sbagliate. Vabbè".

    Le sue trattative più importanti da presidente? "Difficile dire chi è stato il mio colpo migliore. Ci sono state trattative difficili e altre divertenti. Non è semplice decidere. Io sono molto affezionato a Vincenzo Montella e come è arrivato lui, non perché arrivava dai cugini ma in generale. È arrivato con tanti dubbi e tante domande. Siamo riusciti a fare un investimento importante che poi è risultato uno dei migliori fatti dalla Sampdoria con un risultato fantastico sul campo da parte di Vincenzo. Veron? Arrivò a casa una cassetta con il filmato di Veron da visualizzare. Io già quando comparve la foto di Veron dissi questo è fortissimo, senza una base di giudizio. Vedendo la partita si vedeva che era un giocatore sicuramente forte. Diedi la cassetta allo storico autista di mio papà, in modo da fargliela portare a mio fratello Filippo. Poco dopo mi chiamò e aveva già comprato i biglietti dicendo: questo dobbiamo vederlo perché è veramente forte. Quattro giorni dopo mi chiamò da Buenos Aires dicendomi ricordi quando abbiamo detto che pensavamo fosse forte? Ecco è molto più forte. A quel punto lì per me venne deciso. Non fu facile perché c’entrava anche Tanzi e la vendita di Enrico Chiesa al Parma. Tra i giocatori in ballo c’era Veron e dopo l’analisi di Filippo scegliemmo lui. Non arrivò gratis dentro l’operazione con i ducali perché il presidente del Boca, Macri, aveva iniziato a fare il difficile e chiese un milioni di dollari in più e alla fine tirammo fuori un milione di dollari in più e arrivò Veron".

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