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    Sampdoria, Djuricic: 'Sei mesi fa ero a terra, ora sono in cielo; voglio rimanere a lungo'

    Sampdoria, Djuricic: 'Sei mesi fa ero a terra, ora sono in cielo; voglio rimanere a lungo'

    • Lorenzo Montaldo
    Da oggetto misterioso a volto nuovo della Sampdoria di Marco Giampaolo: il percorso in blucerchiato di Filip Djuricic sembra essere finalmente entrato nella sua fase ascendente. Anche perchè il trequartista serbo classe 1992 da oggetto misterioso sta tornando ad essere quel giocatore che sino a pochi anni fa portava un soprannome davvero pesante da gestire: "Mi chiamavano il Cruijff dei Balcani, anche se il soprannome mi creava pressioni" racconta Djuricic a Il Secolo XIX. "A 17 anni andai in Olanda. Mi volevano Ajax, Psv, ma scelsi l'Heerenveen, mi stregò per l'organizzazione. Nel 2013 mi volevano tutti, scelsi il Benfica convinto da Rui Costa. Ma poi ebbi problemi con l'allenatore, Jorge Jesus. E da lì iniziai a girare".

    Poi, il capitolo Sampdoria, dove il rapporto inizialmente sembrava complicato: "Un anno fa ero in nazionale e qui facevo pure il difensore in allenamento o ero in tribuna. Ovvio, sul momento mi arrabbiavo. Due anni fa avrei reagito diversamente, ma gli errori commessi col Benfica mi hanno insegnato tanto. Già ad agosto c'erano 'rumors' sul mio addio, ma mi sono detto: 'Credo in me e qualsiasi allenatore fa giocare chi lo fa vincere. Ascolterò il mister, farò quello che mi chiede, mi fido di lui'. Beh domenica ho giocato e l'ho fatto pure bene, sono felice. Sei mesi fa ero a terra, ora sono in cielo, ma voglio passare da 30 a 31, come dice Giampaolo. Quanto è stato importante l'esordio nel derby? Tanto. Due partite prima ero in tribuna. Un tempo avrei quasi preferito non giocare per così pochi minuti. Ma era la mia chance, dovevo sfruttarla. Poi sono arrivate le partite in coppa e pian piano è andata meglio. Nei momenti più duri mi hanno aiutato gli insegnamenti di Van Basten: 'Non pensare mai all'errore fatto prima ma al pallone che ti sta per arrivare e può cambiare il match. Non uscire mai dalla partita'. Vale anche nella vita".

    I tifosi della Sampdoria, nel frattempo, lo hanno adottato: "Me ne accorgo, ma sinceramente mi è successo ovunque" ammette il serbo. "Forse perchè diverto: mi piace dribblare, saltare l'uomo, ma nel calcio moderno non puoi esagerare. Ferrero è originale, spontaneo, un fantasista tra i presidenti, mi piace. Cosa mi aspetto? Giocare sempre di più, restare a lungo e tornare presto in nazionale".

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