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    Sampdoria, Audero: 'Gli errori bisogna ammetterli. Allenamento, alimentazione e... Whatsapp'

    Sampdoria, Audero: 'Gli errori bisogna ammetterli. Allenamento, alimentazione e... Whatsapp'

    • Lorenzo Montaldo
    La stagione che sta vivendo Emil Audero con la maglia della Sampdoria è sicuramente molto complessa. Durante il campionato 2019-2020 ne sono successe di tutti i colori ai blucerchiati: tra classifica difficile, esoneri di allenatore e Coronavirus, il club genovese ha attraversato un annata particolarmente difficile. Di pari passo sono andate anche le prestazioni dell'estremo difensore scuola Juventus, finito spesso sotto i riflettori della critica. "Se ci sono errori, bisogna ammetterli con onestà, ma poi arriva subito la voglia di analizzarli e di mettersi al lavoro per migliorare" ha detto Audero a La Gazzetta dello Sport. "Il mio presente fa parte di un percorso di crescita, con verifiche diverse rispetto all’anno precedente. Dopo la partenza difficile, come prestazioni la squadra ha trovato continuità. La compattezza al nostro interno ci dà la forza di pensare positivo",

    Audero ha espresso la sua opinione anche sulla vicenda Coronavirus: "Dobbiamo far prevalere il buon senso, siamo tutti nella stessa direzione. Non possiamo uscire, così ci siamo organizzati con la spesa online, facciamo anche un po’ esercizi insieme. Con i compagni siamo in contatto, abbiamo il nostro gruppo whatsapp, ci giriamo anche cose simpatiche. Ci stiamo dimostrando molto uniti, compresi mister, staff, dirigenti, fisioterapisti, personale. Lontani ma vicini, come si dice. Da atleta faccio caso all’alimentazione e mi tengo in allenamento rivedendo partite e situazioni di gioco".

    "E’ una condizione nuova ed inimmaginabile, e il primo pensiero è dedicato a parenti ed amici, a chi ha perso gli affetti più cari, a quanti affrontano questa emergenza mondiale in prima linea" ha aggiunto. "Sapevo che i miei compagni stavano e stanno bene. Ma, soprattutto, ci ha reso felici sapere che il dottor Baldari stava meglio. Il pensiero calcistico c’è, così come la voglia di tornare alla normalità è umana, ma va rispettata l’emergenza e ciò che ne consegue. Saranno gli esperti a dirci quando si potrà. Davanti a determinate emergenze devono prevalere il buon senso e uno spirito di sacrificio individuale che diventa - conclude - senso di responsabilità collettivo".

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