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Salah poteva essere del Milan: ecco come il sistema 'parametri zero' lo ha impedito nel 2013
Signor Gullo, ci racconti quando vide giocare Salah è come lo segnalò al Milan.
"Ero a Berna, nel maggio del 2013, a vedere Young Boys-Basilea. Salah giocò solo l'ultima mezz'ora ma mi impressionò tantissimo. Naturalmente non era un giocatore sconosciuto, perché all'epoca aveva già giocato in Champions League, ma da quella partita capii soprattutto una cosa: che Salah avrebbe potuto fare benissimo in Italia. Stesi un rapporto per il Milan segnalando questa cosa e descrivendo le sue caratteristiche tecniche e tattiche. E le stesse cose le ripetei qualche tempo dopo, quando fui intervistato da una tv egiziana al momento del passaggio di Salah dal Basilea al Chelsea".
E che fine fece il rapporto che inviò al Milan?
"Non so se sia stato preso in carico il mio rapporto. Non l'ho mai saputo".
Di solito come funzionava la procedura fra una sua segnalazione e il concretizzarsi di un vero e proprio interesse da parte del Milan per un giocatore?
"C'era una procedura standard: io andavo a vedere un giocatore, soprattutto in Francia, che è sempre stata la mia zona di competenza. Poi andava a vederlo un altro. E se entrambi i rapporti erano buoni, Ariedo Braida prendeva una decisione. A un certo punto però le cose sono cambiate".
In quale direzione?
"Braida a un certo punto non ha più avuto in mano la situazione e il discorso relativo allo scouting e alle segnalazioni degli osservatori ha perso peso. È stato il momento in cui hanno preso il sopravvento i procuratori, proponendo giocatori a parametro zero".
Lei ha lavorato per la Juventus tra fine anni '80 e primi '90, e poi al Milan dal 1992 al 2014, con un'interruzione di due anni fra il 2010 e il 2012, periodo in cui ha lavorato per il Monaco. Quali sono stati altri due giocatori che ha segnalato a Juve e Milan è che non sono stati presi in considerazione? "Alla Juve segnalai un giovanissimo Zidane nel 1989. Aveva 17 anni e giocava nel Cannes, loro poi lo presero nel 1996 dal Bordeaux. Al Milan invece nel 2012 ho segnalato Ferreira Carrasco: l'avevo portato io al Monaco e lo segnalai immediatamente ai rossoneri quando tornai dall'esperienza monegasca, nel 2012".
Per anni lei è stato un collaboratore di Braida. Come vede la sua avventura al Barcellona?
"Credo che Braida sia uno dei più bravi e preparati dirigenti del calcio italiano, per me poi è il numero uno. E' lui che mi ha portato al Milan dalla Juventus. Al Barcellona l'organizzazione è molto più istituzionalizzata rispetto al Milan, alla fine c'è un consiglio che prende tutte le decisioni, e Ariedo dovrà lavorare in questo contesto, nuovo per lui. Ma al di là di questo, credo che farà sicuramente bene, perché è uno che di calcio ne capisce. E poi con lui basta una stretta di mano, è un uomo di parola".