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    Sacchi: 'Allegri non cambia. Juve? Vince con gli episodi'

    Sacchi: 'Allegri non cambia. Juve? Vince con gli episodi'

    Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan e della Nazionale, è intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, per parlare di Tottenham-Juve: "Partita aperta. Il 2-2 dell’andata pesa, ma non è un macigno. Per la Juve la qualificazione è possibile. Per la Juve è la partita ideale. Mi spiego: cercherà di sorprendere il Tottenham all’inizio e poi, se non riuscirà, proverà ad agire di rimessa. E i bianconeri, giocando così, sono maestri".

    DEVE VINCERE - "Guardate, il Tottenham sa fare soltanto un calcio offensivo e non cambierà le sue abitudini. E la Juve dovrà avere pazienza e sapere quando è il momento di colpire. Il pallone lo terranno gli inglesi che, non dimentichiamolo, in fase difensiva commettono parecchi errori. I bianconeri dovranno essere bravi a sfruttare queste disattenzioni. Come giocherei? Li attaccherei, ma io non sono Allegri. Io volevo che le mie squadre fossero padrone del campo e del gioco. In Coppa dei Campioni, dopo aver vinto all’andata, col Milan andammo a Monaco di Baviera e non ci chiudemmo nella nostra area come avrebbero fatto quasi tutte, se non tutte, le squadre italiane in quel periodo. Nel primo tempo facemmo 11 tiri in porta, i tedeschi solo uno. Allegri è bravo, è un vero maestro di tatticismo, sa toccare le corde giuste per stimolare i giocatori e ha costruito una squadra solida. Tutti si sacrificano, hanno potenza fisica, lottano e si difendono con tanti uomini. Difficile superarli".

    ATTACCO - "Lo ripeto, cercherà di sorprendere il Tottenham stando attenta a non scoprirsi. Non aspettiamoci una Juve che punta al dominio, non lo ha mai fatto. Se risulteranno decisivi gli episodi, allora la Juve può stare tranquilla: in questo caso i bianconeri vincono sempre. Hanno grandi qualità individuali, uomini che sanno affrontare e saltare l’avversario nell’uno-contro-uno. Il Tottenham, pur coi suoi limiti dovuti all’inesperienza, cerca maggiormente la manovra corale, il possesso del pallone. Ma la Juve mica si preoccupa se il gioco lo fanno gli altri: aspetta, chiude gli spazi e riparte".

    DYBALA E HIGUAIN - "Attaccanti straordinari, a patto che siano spesso alimentati dal gioco. Il mio Milan si confrontava col Napoli di Maradona e io ripetevo sempre ai miei ragazzi: 'A Diego facciamo arrivare pochi palloni, così avrà meno occasioni per farci gol'. Gli attaccanti vanno stimolati, devono partecipare all’azione, altrimenti rischiano di intristirsi là davanti da soli. Oltre che una questione tecnica è anche un fatto psicologico. Se il pallone lo tieni tu, hai necessariamente un atteggiamento positivo, ottimista, creativo. Se lo tengono gli altri, sei passivo".

    DYBALA CON LA LAZIO - "Il calcio è un gioco di squadra e non va interpretato pensando soltanto ai singoli. I singoli fanno parte di un gruppo. Certo, Dybala è stato fantastico, il suo gol è stato meraviglioso. Ma al risultato, alla vittoria, io preferisco arrivarci attraverso il gioco. Altrimenti il giorno che Dybala non c’è che cosa faccio?".

    PRONOSTICO - "Impossibile. Ma ricordiamoci che in gare tanto importanti contano l’esperienza, la malizia, la qualità dei singoli. E la Juve, da questo punto di vista, è superiore".

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