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  • Sicilia, terra di Calcio - Akragas, un amore... gigante: esperienza da Catania per raggiungere l'Olimpo

    Sicilia, terra di Calcio - Akragas, un amore... gigante: esperienza da Catania per raggiungere l'Olimpo

    • Federico Targetti
    Sabbinirica. Non è un semplice saluto, è molto di più. È un benvenuto, un congedo e ha anche il significato di “Ca lu Signuri t’abbinidici” (Che Dio ti benedica). Si tratta del saluto più solenne e rispettoso del dialetto siciliano, che si trova in tantissime opere narrative ma anche nell’uso popolare ed epistolare. Per questo, salutiamo anche noi solennemente l’isola siciliana: Sabbinirica Sicilia.



    “Questa mia generazione
    vuole nuovi valori
    E ho già sentito
    aria di rivoluzione”.


    C’è stato un tempo in cui ad Agrigento era proibito vestirsi di azzurro. Sembra impossibile, primo perché in generale chiunque è libero di scegliere quali colori indossare, e secondo perché, proprio nella città della Valle dei Templi, l’azzurro e il bianco sono oggi i colori più amati da chi segue il calcio. Sono i colori dell’Akragas, formazione neopromossa in Serie D che quest’estate ha attirato su di sé diverse attenzioni con gli acquisti dei due ex Catania Cristian Llama e Takayuki Morimoto, protagonisti in Serie A con la maglia rossazzurra. Ma lasciamo da parte il rosso e torniamo all’azzurro: era questo il colore preferito del tiranno Falaride, che fu il primo sovrano della colonia greca di Akragas (581 A.C.), sulle coste della Sicilia, chiamata come il fiume che la bagnava. Falaride avviò una politica espansionistica e contribuì alla crescita economica della sua polis, ma passò alla storia più che altro per la sua crudeltà e spietatezza. La tortura del toro di bronzo (conosciuto proprio come “toro di Falaride”) in cui venivano lasciati carbonizzare i condannati fu avallata da lui, e quando venne rovesciato gli akragantini lo lapidarono in pubblica piazza, vietando poi a tutti di indossare il suo caro azzurro.

    Nei secoli successivi, Akragas divenne una potenza militare e commerciale tale da rivaleggiare con Cartagine, e la famosa Valle dei Templi eretta ai tempi del filosofo Empedocle le valse l’appellativo di “città più bella dei mortali”. Assoggettata al controllo di Siracusa dopo essere caduta per mano dei cartaginesi, Akragas divenne Agrigentum al tempo delle guerre puniche (210 A.C.), passando ai romani che ne adattarono il genitivo “Akragantos” dal greco. Quindi ecco spiegato il nome Akragas per la squadra della città che nel 1952 ereditò il bianco e proprio l’azzurro dall’Agrigento che in quel momento cessava di esistere. L’Akragas non è mai andato oltre la Serie C, ma tra il 2015 e il 2018 ha militato in Lega Pro prima del fallimento dalle ceneri del quale l’attuale società è dovuta ripartire nel 2018. La promozione in Serie D ottenuta lo scorso aprile e l’intrigante campagna acquisti condotta dal ds Giuseppe Cammarata, vero e proprio squalo del calciomercato siciliano reduce da un’esperienza in Serie C all’Imolese e già in passato dirigente ad Agrigento, ha contribuito ad animare ulteriormente i cuori dei tifosi che ogni settimana popolano lo stadio Esseneto per sostenere i giganti, dai tre colossi visibili sullo stemma della società. Secondo la leggenda, furono proprio i giganti i primi abitanti della Sicilia, e il tempio di Zeus Olimpio nella Valle ha appunto dei giganti a guisa di colonne. 

    Sicilia, terra di Calcio - Akragas, un amore... gigante: esperienza da Catania per raggiungere l'OlimpoMorimoto posa con la maglia dell'Akragas

    “La società ha fatto un'ottima campagna acquisti, da neopromossa ma assolutamente non da matricola: vogliamo prima di tutto mettere al sicuro la salvezza, poi non ci precluderemo nulla, siamo ambiziosi”, ci dice Cammarata, che ha assemblato un reparto offensivo più che all’altezza della categoria, con Llama, Morimoto, Gianluca Litteri, esperto bomber prelevato proprio dal Catania neopromosso in Serie C, e Alfredo Trombino, classe 1997 dalla Correggese. Poi un piccolo spoiler: “Sto lavorando ancora a qualche profilo giovane…”, promessa mantenuta: il tecnico Marco Coppa ha poi visto completata la sua rosa con i centrocampisti Greco (2004) e Ocampo (1998) e con il difensore Petrucci (2005, dalla Primavera della Lazio). Curiosità, corsi e ricorsi storici: il vice di mister Coppa è Samuele Costanzo, ex capitano della Primavera del Catania nei primi anni di Morimoto in Sicilia. “Ho giocato al Catania insieme a Cristian Llama che ritrovo qua, mi fa piacere riallacciare certi rapporti anche con l'allenatore in seconda Samuele Costanzo”, ci ha detto con un sorrisone il mitico attaccante giapponese che dovrà mordere il freno ancora per un po’ per via della burocrazia che lo riguarda in quanto extracomunitario.

    L'INTERVISTA COMPLETA A MORIMOTO

    “Cerco un centro di gravità permanente
    che non mi faccia mai cambiare idea
    sulle cose sulla gente”.


    “Sono felice di giocare all'Akragas, chiederò ai miei nuovi tifosi di sostenere me, i miei compagni e il mio allenatore”, parola di Morimoto. Insomma, Agrigento può sognare in grande e i tifosi rispondere all’appello del nuovo attaccante riversandosi allo stadio Esseneto. L’impianto, fondato nel 1931 sull’onda dell’entusiasmo fascista che preludeva ai trionfi italiani nei Mondiali del 1934 e del 1938, fu rinominato dopo la Seconda guerra mondiale e prese il nome del leggendario atleta che dal 416 al 412 A.C. vinse i Giochi Olimpici nella corsa con le bighe e nella disciplina dello Stadion, ovvero una corsa in velocità di 192 metri attorno all’impianto che ospitava le gare, da cui il termine moderno “stadio”. Esseneto si può considerare il primo campione “italiano”, e lo stadio che oggi porta il suo nome in Via Petrarca ad Agrigento ha una capienza quasi da Serie A: 14mila persone. Ha ottenuto nel 2015 l’agibilità diurna per 4500 spettatori in Lega Pro, disputata con Nicola Legrottaglie (altro ex Catania, ma anche Juventus e Milan) come allenatore. A Legrottaglie non è andata benissimo, si è dimesso nel gennaio del 2016, ma ha lasciato un buon ricordo anche perché si è interessato alla manutenzione dell’impianto coinvolgendo gli atleti. Ah, e lo sapevate che all’Esseneto ci ha giocato anche un giovanissimo terzino di nome Franco Battiato, che crescendo avrebbe fatto la storia della musica italiana? Tutto vero, marcò anche il grande Pietro Anastasi, poi passò nelle fila del Riposto. “Ricordo anche un mio mitico gol”, raccontava. “Contro l'Acireale, a tre minuti dal termine. Avevamo giocato sempre all'attacco. Ero l'unico a essere sempre rimasto indietro a baluardo della difesa, non avevo toccato neppure un pallone. D'improvviso scatta il loro contropiede, le due ali fuggono in coppia. Io, in mezzo. C'è il traversone. Volo e colpisco in acrobazia: autorete. Perdemmo 1-0, ma il campionato fu ugualmente nostro. Però smisi. E da allora il calcio l'ho seguito soltanto in Tv". Ci ha guadagnato l’Arte, ma siamo sicuri che se Battiato fosse vivo, si interesserebbe ai problemi che potrebbero palesarsi in caso di promozione in Serie C dell’Akragas.

    “Se vuoi sapere come sarai domani
    osserva i tuoi pensieri di oggi”


    “L'Esseneto è totalmente agibile, ma il Comune sbaglia a non affidare all'Akragas la gestione dell'impianto”. Il ds Cammarata è abituato a pensare in grande e a risolvere i problemi prima ancora che si presentino. “Lo stadio, negli ultimi tre anni, è stato tenuto aperto grazie agli investimenti del patron Giuseppe Deni. Entro fine anno dovrebbero iniziare i lavori per la copertura, senza la quale non potremmo iscriverci ad un eventuale campionato di Serie C. La città di Agrigento e gli agrigentini lo meritano, ce lo auguriamo perché abbiamo l'ambizione di essere protagonisti”. Una determinazione e un’unità di intenti che, se abbinata ai giusti investimenti e alla sinergia con l’Amministrazione comunale, può dare grandi frutti. Intanto, un segnale è stato lanciato dall’Assessore allo Sport, che ha guidato l’operazione di pulizia degli spalti dello stadio: “Erano anni che non si interveniva in maniera così decisa all'interno e in alcuni settori ben precisi dello stadio per togliere tutta la sporcizia che si è accumulata nel tempo. Adesso lo stadio è tornato a risplendere grazie all'impegno di un giovane e valoroso assessore, Gerlando Piparo, che ringraziamo per aver mantenuto la promessa”, le parole del presidente Deni diffuse in via ufficiale all’inizio di settembre. Adesso non resta che completare l’opera: le ultime tre partite casalinghe dello scorso campionato di Eccellenza hanno registrato circa 6mila spettatori di media (più di quando la squadra militava in Lega Pro), nelle amichevoli estive c’erano più o meno mille spettatori sotto il sole agostano della Sicilia per salutare una stagione che potrebbe rivelarsi memorabile. “Se ci danno la possibilità di dotarci dei mezzi per le categorie superiori noi siamo pronti a entrare nel novero delle migliori squadre siciliane”. Al ds Cammarata, a tutto l’Akragas e all’intero calcio siciliano al quale abbiamo dedicato questo approfondimento a puntate, il nostro più sincero in bocca al lupo.

    Sicilia, terra di Calcio - Akragas, un amore... gigante: esperienza da Catania per raggiungere l'OlimpoIl ds Cammarata

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