Sabatini racconta il suo Palermo a CM: i retroscena su Pastore, Ilicic e Bacinovic. E su Juve-Neymar...VIDEO
Walter Sabatini, ex direttore sportivo del Palermo (si è dimesso il 1° novembre per motivi personali), parla in esclusiva a Calciomercato.com della squadra che ha creato insieme al presidente rosanero Maurizio Zamparini: tutti i retroscena della scoperta e dell'acquisto di Pastore e dell'arrivo a Palermo di Ilicic e Bacinovic. Sabatini, che paragona Pastore a Rivera, parla anche del futuro del talento argentino e del suo rapporto con Zamparini. E infine, un sguardo al futuro e un parere da esperto sul brasiliano Neymar, obiettivo di mercato della Juventus.
Il Palermo che lei ha costruito insieme a Zamparini sta brillando in questo campionato: vittorie prestigiose contro Juventus e Roma e una posizione di classifica che consente di sognare la zona Champions. Alla luce del lavoro che lei ha fatto a Palermo, come vede questo momento estremamente positivo dei rosanero?
"Io le cose non riesco a vederle alla luce di quello che ho fatto o che penso di aver fatto, le vedo per come si manifestano, non facendo riferimento a me stesso, ma facendo riferimento al lavoro globale che un club porta avanti. Quando sono arrivato a Palermo l'imprimatur e le indicazioni di Zamparini erano quelle di intraprendere una certa strategia e una certa politica e devo dire che il campo oggi (come ieri d'altronde, ma oggi in maniera forse più eclatante) ci sta dando ragione. Ne sono naturalmente orgoglioso, anche se non sono un fruitore diretto di questi risultati, perché sono momentaneamente occupato".Capitolo Pastore. Voi siete a prenderlo in Argentina ormai quasi due anni fa: come mai nessun grande club europeo, e italiano in particolare, aveva notato questo ragazzo che nel 2008-09 si era messo in grande evidenza con la maglia dell'Huracan?
"Lo avevano notato in molti, a dire la verità, solo che il Palermo ci ha creduto più degli altri. Io sono stato in Argentina almeno quattro volte per Pastore, siamo stati più determinati e più convinti degli altri. Gli altri club, anche di grande prestigio, avevano rilevato le qualità del giocatore, ma probabilmente, essendo anche un ruolo difficile, di difficile collocazione tattica, non sono andati fino in fondo. Noi invece abbiamo avuto una fede cieca nel giocatore, non abbiamo sentito ragioni. Devo dire che Zamparini è stato determinato quanto me, e quindi siamo riusciti a prenderlo, per pura determinazione e per pura convinzione, perché quando l'abbiamo preso c'erano già molti club che l'avevano individuato".Ci può rivelare i nomi di questi club?
"Pastore era conosciuto dal Chelsea, dal Porto, dal Milan stesso. Tutti avevano fatto una tattica di avvicinamento, però senza la convinzione finale di doverlo prendere. Io e Zamparini invece eravamo entrambi molto determinati: io gli avevo dato una cassetta del giocatore e lui ne era rimasto abbagliato come me, dalle qualità straordinarie di questo giocatore probabilmente inimitabile nel suo modo di giocare, nel suo stile, nel suo modo di essere dentro il campo".
Secondo lei ci sta il paragone con Zidane?
"Ci sta, assolutamente, per caratteristiche generali. Poi Pastore assomiglia a tanti calciatori importanti del passato, assomiglia anche a Cruyff, se vogliamo. Lui ha tanto di tanti, perché per esempio io gli vedo fare delle giocate che vedevo fare solo a Gianni Rivera. Corrado Orrico lo ha definito in maniera sublime, dicendo di Javier che 'vede le linee oscure di passaggio'. E' una definizione straordinaria e talmente vera che evoca in me il ricordo di Rivera, l'unico che forse vedeva le 'linee oscure di passaggio'. Ecco, in definitiva possiamo dire che Pastore assomiglia a tanti campioni, ma quello a cui si avvicina di più credo che sia proprio Zidane".
Il 2011 sarà l'anno del trasferimento di Pastore in un top club o forse ha bisogno di fermarsi un altro anno a Palermo per maturare ulteriormente?
"E' un ragazzo che he testa e cuore, quindi deciderà sicuramente per il meglio. Io so che lui si rende conto che forse un altro anno a Palermo potrebbe anche giovargli, però quello che gli si scatenerà intorno nei prossimi mesi non so se poi lo indurrà ad altre riflessioni".
Passiamo invece all'estate del 2009 e ai talenti sloveni Ilicic e Bacinovic. Come li avete scoperti?
"Siamo stati molto fortunati. Un procuratore sloveno ha segnalato Ilicic contemporaneamente a Zamparini e a me. Io ho rimediato subito una partita che il ragazzo aveva giocato nei primi preliminari di Europa League contro l'Hibernian. L'ho visto, ho chiamato subito Zamparini e gli ho detto di prenderlo subito. E' stata una cosa molto strana, perché Ilicic giocava in un lembo di terra che geograficamente era molto più comodo per altre società piuttosto che per il Palermo. Devo dire che siamo stato molto fortunati, perché anche in Slovenia il giocatore non aveva molto successo. Siamo stati fortunati e tempestivi, perché su queste cose Zamparini è straordinario. Il giorno dopo che gli avevo detto che il giocatore era forte lo aveva già comprato. Bacinovic invece abbiamo deciso di prenderlo dopo la partita che abbiamo fatto noi a Palermo contro il Maribor. Naturalmente lo conoscevamo, perché per controllare Ilicic avevamo individuato anche Bacinovic. Ci ha convinto quando sono venuti a giocare contro di noi a Palermo in Europa League. Abbiamo vinto 3-0, ma il ragazzo ha dato segnali di forti personalità. Verso la fine della partita ho chiamato Zamparini e gli ho detto che ci conveniva prendere anche Bacinovic. Lui era sullo spogliatoio e ha fatto una trattativa con il loro direttore sportivo prima ancora che la partita finisse".
Abbiamo parlato di un giovane fuoriclasse argentino e di due talenti sloveni. E i talenti italiani dove sono?
"In Italia manca il coraggio, non c'è il coraggio da parte delle società. I giovani italiani non giocano con le prime squadre, mentre all'estero giocano e allora è più facile. Pastore due anni fa era titolare in una squadra del massimo campionato argentino che arrivò seconda. In Italia invece è probabile vedere un classe '91 titolare e allora si fa più fatica. Anche in Lega Pro fanno giocare i giovani solamente perché ci sono dei vincoli di regolamento, altrimenti non giocherebbero mai, perché abbiamo paura di perdere le partite. La nostra cultura riferita alle vittorie e alle sconfitte sarebeb tutta da rivedere. In Italia la sconfitta senza colpevoli non esiste".Al momento com'è il suo rapporto con il presidente Zamparini?
"Sereno. Naturalmente io non sono felice per quello che è successo, però è un rapporto molto sereno, perché il presidente mi ha lasciato lavorare. Poi dopo sono intervenute divergenze su questioni generali, calcistiche, ma questo non significa che il mio rapporto con lui sia turbolento. E' molto sereno. Io sono certamente molto rammaricato, perché a Palermo credo di aver lasciato un lavoro a metà strada, un progetto che era ancora in corso d'opera diciamo. Il senso di un progetto incompiuto mi infastidisce, però non è certo responsabilità di Zamparini se è successo. E' una scelta che ho fatto io, a torto o a ragione, e me assumo la responsabilità".Riguardo al suo futuro, è pronto a tornare con un ruolo attivo nel mondo del calcio? C'è già un progetto in vista?
"Per ora no. Se qualcuno mi chiamasse adesso francamente mi troverebbe totalmente frastornato, perché io sono totalmente attratto dal Palermo, che è stata la mia società per due anni e mezzo e normalmente, come tutti, quando lavoro mi innamoro, sono fatalmente attratto anche solo dai colori della maglia della squadra per la quale lavoro. Però è del tutto evidente che tornerò a lavorare, a fare quello che so fare. Tornerò a fare il direttore sportivo, appena mi chiameranno, comunque non prima di genmaio, sicuramente".In questo periodo comunque sappiamo che la sua attività di talent scout continua?
"Sì, per la mia conoscenza personale sto andando un po' in giro, ma anche per allontanarmi un po' da Palermo e superare questo step emotivo".
Fra i talenti sudamericani di cui si parla molto in questo periodo c'è il brasiliano Neymar, che è stato accostato allo Juventus. Pensa che sia già pronto per l'Italia o è ancora troppo acerbo?
"Neymar è un talento incommensurabile. Non so se abbia già il rigore la disciplina che gli servirebbero per poter giocare subito nella Juventus, ma se i bianconeri lo prendessero farebbero certamente un investimento tecnico corretto. Poi sono sempre i rischi di un'operazione e il rapporto qualità-prezzo a definirla. In questo senso credo che Neymar sia un'operazione rischiosa, ma un club come la Juventus i suoi rischi li deve saper prendere".