Sabatini: Juventus-Barcellona 7-4
Non occorre fare un giro al Bar Sport di Torino oppure una passeggiata sulla Ramblas di Barcellona o correre ad ascoltare quel che si dice nelle birrerie di Berlino. Ansie e sogni e speranze e scaramanzie e tutto quanto fa spettacolo del tifo. Ma il web annulla le distanze, propone video e immagini. Condivisioni. Gli umori della gente sono ovunque. Sociali e virali. Comunque da non disperdere, perché da ognuno si impara qualcosa. E l’attenzione finisce su un classico del calcio chiacchierato: l’uno contro uno tra Barcellona e Juventus. “Quattro sono di un’altra categoria, gli altri no”: è giusto?
I quattro del Barça sono la mente più il tridente: Iniesta, Suarez, Neymar e – serve scriverlo? – Messi. Duellano e battono i corrispettivi bianconeri. In regia Pirlo non vale Iniesta. In avanti Suarez è più forte di Morata e Neymar più pericoloso dell’equivalente juventino (Vidal). E poi c’è Messi, l’unico al mondo che oggi si fa preferire a chiunque, compreso Tevez.
Ma gli altri sette, no. E non serve proporre l’elenco che parte da Buffon-Ter Stegen e arriva a Pogba-Rakitic, passando per Marchisio-Busquets e anche Bonucci-Piqué. La Juve ha sette giocatori più forti del Barça. I bianconeri vincono 7-4 i confronti diretti. Il problema è che i sette fanno da cornice ai quattro del Barcellona. I fantastici quattro che hanno nei piedi la magia per determinare la partita in qualsiasi momento, nel tempo che intercorre tra la musichetta della Champions e il fischio finale dell’arbitro.
C’è poi il confronto tra gli allenatori. Allegri specializzato a spazzar via l’ansia esibendo il sorriso sereno delle grandi occasioni. Luis Enrique bravo a serrare la mascella perché ci vuol grinta anche quando ti senti più forte. Sì, perché il Barcellona si sente più forte. Nettamente. E s’intuisce anche dal comportamento dei giocatori. Una settimana fa, Neymar su Facebook ha messo in copertina la squadra festante che aspetta la Champions, addirittura sagomandola e scrivendoci spavaldo “Next Week”. I giornali catalani di riferimento, li vedete qui sotto, non hanno alcun pudore nell’ostentazione della vittoria annunciata. Da salvare sul desktop: Suarez e Neymar già in posa con la Coppa (la foto è comunque scattata in inverno, va detto) e il bandierone della coreografia già poggiato nell’Olympiastadion berlinese.
Già, Berlino. In tanti hanno evocato la magia del Mondiale 2006. Invece in questa finale ci sono tracce evidenti di Milan-Barcellona vent’anni fa. La più facile vittoria annunciata e sbandierata nei giorni di vigilia, sul campo si trasformò nella sconfitta più rovinosa: questo accadde nel 1994. E per vent’anni è servito di lezione ai catalani.
Quella volta, il Milan di Capello inventò due difensori centrali d’emergenza, causa squalifiche dei titolari. Stavolta, Allegri deve salutare con amarezza Chiellini, ma senza inventare nulla. Ha pronto Barzagli. Pronto a tutto. Anche a vincere 7-4.
Sandro Sabatini
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