Sabatini: fermate Salah, se ci riuscite
Da giornalista ci sguazzo: un giorno va qua e un altro va là, una mattina dentro l’aula di un tribunale e una sera attorno al tavolo per una mediazione. Da cittadino, quasi mi indigno. Con tutti. Fifa, Uefa, Figc e Premier League: qualcuno si prenda la briga di stoppare Salah e risolvere il caso. E dirci chi ha ragione. E indirizzare il giocatore di conseguenza.
Non entro nello specifico. Ragiono solo con il buonsenso. Facendo quattro ipotesi.
1. Ha ragione la Fiorentina: si tenga Salah senza indietreggiare né – tantomeno – andare a trattare un giocatore compensativo. Né dal Chelsea (un giovane) né dalla Roma (Destro in prestito). I Della Valle pretendono il rispetto delle regole? Perfetto. Ma siano poi loro i primi ad applicarle con rigore, non ad "aggiustarle" con logiche da piccolo calciomercato.
2. Ha ragione il Salah: si metta a disposizione del Chelsea, punto e basta. Come da contratto. E se assente al raduno di Mourinho, sappia che non è valida la giustificazione firmata da Walter Sabatini. D’accordo che durante il Ramadan non poteva pranzare alla luce del sole, ma poteva pensarci nei giorni scorsi anziché farsi scoprire (da Calciomercato.com) a pranzo con il direttore sportivo della Roma.
3. Ha ragione l’Inter: vada avanti con contratti e carte bollate, accordi e depositi. Non si tiri indietro, né si consoli con eventuali sostituti last-minute.
4. Non ha ragione nessuno. Allora è doveroso invocare squalifiche e/o multe per Salah e le società più o meno coinvolte. Intervenga qualcuno, in questo mischione a centro area. Le federazioni nazionali e internazionali non si comportino come quegli arbitri che prima non fischiano e poi – in cuor loro - pregano che l’azione contestata non faccia scandalo.
Si faccia qualcosa. O almeno non si faccia finta di nulla. Questo è il consiglio, accompagnato da una frase sicuramente presuntuosa e forse abusata: ne va della credibilità del calcio.
Ne va anche della storia, almeno quella recente. Ma a proposito di storia, aleggia una sorta di maledizione sui calciatori contesi e strattonati di qua e di là. Ne è rimasto vittima anche il correttissimo Astori, che un’estate fa era a un passo dalla Lazio e poi andò alla Roma. Il tripudio di applausi si è trasformato in ovazione di fischi: è tornato al Cagliari e il Napoli lo tratta con valutazione dimezzata. Invece nel 2012 lo scorrettissimo Berbatov prese un volo imbarcandosi da fiorentino e sbarcando da juventino, ma siccome era uno scalo intermedio ripartendo addirittura da inglese. Andò al Fulham per soldi (e perché sennò) ma gli andò male lo stesso.
Anche ripensando a certi precedenti, la storia di Salah va chiusa il prima possibile. In modo esemplare. E poi, da italiani, il sogno sarebbe un altro. Per esempio che la Fiorentina credesse di più in Bernardeschi (tecnicamente simile) e allo stesso modo si comportassero Inter e Roma (ops, già venduto Verde). Anche perché il "Messi d’Egitto" nel campionato italiano s’è visto per due mesi. Poi è tornato semplicemente Salah. Forte, sì. Un affarone se preso a 15 milioni, certo. Ma comunque "Messi d’Egitto". Non "Messi e basta".
Sandro Sabatini
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