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    Sabatini: #conConte e #conMazzarri, ma non #conZeman

    Sabatini: #conConte e #conMazzarri, ma non #conZeman

    Il tormentone nasce perché Conte si tormenta, irrequieto nel dolce far niente della nazionale. “Con la mia cattiveria la Juve avrebbe almeno 20 punti di vantaggio”, dice con un sorriso, lasciando che la sua dichiarazione prenda tre direzioni: per le tv è poco più che una battuta, sui giornali diventa polemica, nei social parte la deriva dell’hasthtag #conConte. E via con l’ironia, che contagia il web e mette nel mirino la presunzione del ct. 

    Anche Mazzarri si tormenta nel ben retribuito dolce far nulla. Dal giorno dell’esonero, nessuno l’ha più visto. Dicono si aggiri come un leone nella sua gabbia dorata di Milano, un super-appartamento addirittura con piscina coperta. E rimugina sull’Inter triangolando con Empoli e San Vincenzo, i suoi rifugi toscani. Confronta numeri, statistiche, classifiche. Rifiuta interviste italiane, ma poi concede l’esclusiva a un mensile giapponese in cui gli ideogrammi parlano anche senza traduzione. “Con me l’Inter sarebbe arrivata terza” è la sintesi che illumina il Sol Levante. E anche qui, meno dirompente ma comunque presente, sui social spunta #conMazzarri. Lui sì che avrebbe sistemato tutto. 

    Poi però c’è Zeman che torna a Cagliari e dice che lo fa per ricambiare l’affetto dei tifosi. Frase ruffiana e sincera in dosi uguali: cose che si dicono, insomma. Ma neppure mezza parola su Zola. E questo va segnalato. Il Boemo avrebbe potuto aggiungere che dopo l’esonero la squadra è peggiorata, sia nel gioco sia nei risultati. #conZeman i sardi non sarebbero messi male come ora: ci stava, ma non l’ha detto. E non solo per umiltà. Per un motivo semplice: perché dal campo arriverà subito il responso per Zeman. Non per Conte e Mazzarri. O forse, sì. 

    Sì, perchè ragionando con semplici addizioni e sottrazioni di uomini, la rosa di Allegri non è certo migliore di quella di Conte. Ha in più Morata, Evra e Pereyra. In meno Barzagli, Asamoah, Caceres e Pirlo con l’età che avanza. Eppure i risultati in Italia sono gli stessi e la corsa Champions non è ancora finita. Stop. Tutto il resto, dalla cattiveria al vantaggio sulla seconda in classifica, sono discorsi. Rimpianti. Giustificazioni non richieste. 

    La differenza dell’Inter passata da Mazzarri a Mancini è solo un giocatore, forte ma non top player: Shaqiri. L’apporto di Brozovic e Podolski sembra minimo, al pari della differenza di risultati in campionato. Come e dove sarebbero arrivati i nerazzurri senza cambio in panchina, è un file che va salvato con nome “fantasie”. O discorsi. Rimpianti. Giustificazioni non richieste.

    Il paradosso è che #conConte e #conMazzarri, proprio gli allenatori che amano autocelebrarsi con risultati concreti hanno portato la discussione al bar (reale e virtuale) delle chiacchiere. Segno che, se nessuno può dimostrarlo, vale tutto. Ma non per tutti. Perché se questo articolo l’avesse scritto e firmato Enrico Mentana, avrebbe fatto almeno 20 visualizzazioni in più. #conme la presunzione non va d’accordo. La consapevolezza, sì. 

    Sandro Sabatini (giornalista Sky Sport) 
    Web: sandrosabatini.com - Twitter: @Sabatini - Facebook: SandroSabatiniOfficial
     


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