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Sabatini a CM: 'Spalletti e il fuori onda contro di me. Mi spiace che abbia trasformato un complimento in insulto'
Ecco la trascrizione di quel che ho detto, parola per parola: ”Lui (Spalletti) da allenatore ha avuto delle situazioni in carriera che non erano esclusivamente di campo, esclusivamente tecniche e tattiche. Parliamo ovviamente con Totti alla Roma e con la situazione di Icardi all’Inter. Viene il sospetto che durante le esperienze, in certi particolari momenti, sia della sua avventura alla Roma che all’Inter, disperdesse un po’ di energie, un po’ di tempo, avesse più stress che a Napoli invece non ha. Qui a Napoli invece sta facendo semplicemente l’allenatore senza alcun fattore esterno e sinceramente è un capolavoro quello che ha costruito”.
Ed ecco la trascrizione di quel che ha detto Spalletti, in un fuori onda che stamani è diventato di pubblico dominio sul web: “Mi fanno arrabbiare, riparlano ancora di Totti e di Icardi, in televisione un’altra volta. Stanno parlando di Totti e Icardi, di come ho gestito Totti e Icardi… Poi ora a uno gli telefono, glielo faccio vede’ come li ho gestiti!”
Premesso che spero di essere davvero il destinatario della telefonata - che al momento non è ancora arrivata - innanzitutto mi spiace che quel che voleva essere un complimento sia stato interpretato come una critica. Il mio babbo, che non era giornalista, quando quasi bimbetto cominciai questo bel mestiere (ormai una quarantina di anni fa) mi scrisse addirittura una lettera piena di premurosi consigli. Il più importante: “Caro Sandro, ricorda che quello che scrivi non deve essere capito da te, bensì da chi legge. Mettiti sempre nei panni dell’interlocutore, intuiscine le ragioni e la sensibilità, per comprendere fino a che punto puoi spingerti con i tuoi commenti. In ogni caso, se quel che dici o scrivi non viene compreso, e tantomeno apprezzato, la colpa è tua. Non di chi legge o ascolta”.
Memore dei consigli paterni, chiedo a voi lettori. È sbagliato supporre che la gestione di Totti, quella degli ultimi anni, togliesse energie e serenità a Spalletti? E’ offensivo immaginare che, senza lo stress del Capitano, l’allenatore avrebbe avuto un rendimento migliore e/o una maggiore serenità in panchina? Voltando pagina, da Roma a Milano. È fuori luogo considerare la famosa vicenda Icardi-Wanda alla stregua di un granello di sabbia negli ingranaggi dell’Inter spallettiana? È scorretto pensare a un tecnico costretto a lavorare più per compattare uno spogliatoio diviso (quello nerazzurro) che per una squadra ben organizzata in campo?
Mi scusi Spalletti se queste domande sembrano sbagliate, retoriche, fuori luogo o peggio ancora offensive per la sua persona e per la sua professionalità. Non era mia intenzione. Anzi.
Mi scusi Spalletti se la frase “questo Napoli è un capolavoro” poteva essere l’apertura, anziché la chiusura, del mio intervento. Questione di originalità e complementarità del talk televisivo: i complimenti agli azzurri, in tutte le forme e i modi, li avevano già fatti il conduttore Alberto Brandi, gli ospiti Massimo Mauro e Fabrizio Ravanelli e perfino Graziano Cesari, per il quale l’etichetta di commentatore arbitrale è sicuramente riduttiva.
Mi scusi Spalletti se l’assenza di stress, problemi e distrazioni esterne non viene interpretata anche come un implicito complimento per chi questo Napoli l’ha prima costruito, poi allenato e infine fatto giocare in maniera finora perfetta, andando ben oltre le previsioni collettive dell’estate, nonché i pronostici catastrofici degli stessi tifosi più appassionati, orfani di Insigne&Co.
Ma più che a Spalletti - a patto che non si offenda ancora - chiedo scusa soprattutto al mio povero babbo se, dopo tanti anni, ancora non riesco a mettere in pratica il suo affettuoso consiglio: se quel che dici o scrivi non viene compreso, la colpa è tua. Non di chi legge o ascolta.