Sabatini a CM: 'Piccinini, whatsapp e i consigli a Rocchi, arbitri, Var e tifosi'
Nel primo tempo c’era una sospetta spinta spalla-schiena su Chiesa e una mano bolognese di varia interpretazione su cross rasoterra di Weah. Sul primo episodio, non è intervenuto l’arbitro Di Bello che era vicino. Sul secondo, ha lasciato correre (giustamente) il Var Fourneau. In entrambi i casi le interpretazioni precedenti hanno alimentato confronti non univoci: la situazione peggiore per qualsiasi arbitro. Parliamoci chiaro: su spinte spalla-schiena e su mani in area, c’è sempre discussione. E spesso decisioni diverse per episodi simili.
Whatsapp nell’intervallo o meno, si presume che l’arbitro e il Var siano rimasti condizionati dalle due decisioni prese (o “non prese”, dipende dai punti di vista) nel primo tempo. Così è scattato il corto circuito che ha portato Di Bello a vedere solo quello che "voleva" vedere, quando invece si nota dalle immagini che è evidentemente impallato. La segnalazione del fallo di Iling spetterebbe d’autorità al Var. Invece…
Invece si evidenzia un’altra opacità della stagione appena iniziata. A inizio estate, il designatore Rocchi aveva promesso la diffusione degli audio Var per spiegare e chiarire gli episodi più clamorosi. A metà estate hanno riferito che questa utilissima novità sarebbe iniziata dopo le prime tre giornate e la sosta. Quindi a fine estate avremo davvero gli audio. Ma dopo quanti giorni? Per quali episodi? Sarà la soluzione per limitare sia gli errori? E le polemiche? Saranno una play list di “vai a vedere al Var”, per scongiurare poi l’accusa di mancato intervento?
Gli interrogativi sono infiniti, come le proposte per migliorare. Ma partiamo dalla base: gli arbitri non sbagliano in malafede. Semplicemente sbagliano, come i giocatori e gli allenatori. Gli errori sono quindi ammissibili, ma a patto che le decisioni siano uniformi e tutte uguali. Sulle spinte spalla-schiena si notano fischi variabili sia in campo sia in area. Sulle mani, anche. Tormentati dalle decisioni di libera interpretazione, gli arbitri perdono prontezza e serenità per quelle invece lampanti e clamorose: tipo il fallo di Iling su Ndoye.
Siamo ai titoli di coda, comprensivi di consigli. Eccoli.
Al designatore: non serve lo stop punitivo per Di Bello e Fourneau, meglio un pit stop generale per chiarire le linee guida.
Agli arbitri in campo: non guardate i telefonini nell’intervallo.
Al Var: con o senza audio pubblico, non abbiate paura di chiamare l’arbitro a vedere e rivedere.
A tutti (anche noi): non parlate solo di arbitri, sennò è finita.