Sabatini a CM: 'Milan, Lamela è da big'; poi Ganso, Funes Mori... VIDEO
Secondo appuntamento ai microfoni di Calciomercato.com per Walter Sabatini, ex direttore sportivo del Palermo e talent scout fra i più importanti del calcio italiano. Se nella scorsa occasione Sabatini aveva raccontato i retroscena degli acquisti di Pastore, Ilicic e Bacinovic, questa volta l'obiettivo è puntato su altri due elementi della squadra costruita dall'ex ds rosanero insieme a Maurizio Zamparini, vale a dire Salvatore Sirigu e Abel Hernandez. Poi, fra gli altri argomenti, il ko del Palermo a Napoli, il futuro della società di Zamparini e uno sguardo su alcuni fra i più importanti uomini-mercato del momento per quanto riguarda il calcio sudamericano: Ganso, Lamela, Funes Mori, Fernandez e Galeano.
Riprendiamo il discorso iniziato l'altra volta sul suo Palermo e parliamo di Sirigu. Cosa ci può raccontare sul periodo del ritorno del portiere a Palermo, nell'estate del 2009, e sulla sua conquista di una maglia da titolare?
"L'abbiamo riportato indietro dopo una stagione in chiaroscuro nell'Ancona, club col quale avevamo avuto una sorta di alterco calcistico a gennaio, dato che non lo facevano giocare. Io e Zamparini già a gennaio avevano deciso di riportarlo a Palermo, perché stesse con noi e per poterne valutare le prospettive e le possibilità. Ci fu questo litigio con l'Ancona e il giocatore rimase lì, ma già a gennaio avevano deciso di riportarlo a Palermo. L'istinto ci faceva pensare che poteva tranquillamente essere il dodicesimo nel Palermo. Così è stato. All'inizio, Sirigu era alle spalle di Rubinho, che avevamo preso dal Genoa in uno scambio con Amelia. Rubinho ha avuto delle difficoltà iniziali, lui ha giocato una partita in concomitanza con un turno di riposo dato a Rubinho, con la Lazio all'Olimpico, e fece subito una grande partita, molto simile a quella che ha fatto ieri sera a Napoli. Fu confermato e, di volta in volta, si guadagnò la fiducia dell'allenatore, che era Walter Zenga. Poi anche Delio Rossi lo ha confermato ed è diventato titolare inamovibile".Veniamo al presente di Sirigu: titolare inamovibile nel Palermo e nel giro della Nazionale. Quali sono le sue prospettive per il futuro? E' pronto per un grande club?
"Devo dire che è un ragazzo che oggi ha dato una continuità sbalorditiva alle sue prestazioni, per l'età che ha (classe 1987, ndr). E' certamente meritevole della Nazionale e del rispetto di tutti. In Nazionale sia lui che Viviano dovranno lasciare un posto a Buffon, quando tornerà, ma questo per Sirigu sarà solamente un grande vantaggio, perché può crescere moltissimo alla scuola di questo portiere e poi si riprenderà il suo posto quanto Buffon deciderà di smettere con la Nazionale. Se è pronto per una grande squadra? E' già in una grande squadra, però è indubbio che qualche interesse di mercato lo suscita. In futuro, data la sua età, probabilmente sarà sicuramente oggetto di richieste".A chi è paragonabile fra i grandi portieri del passato?
"Io i grandi portieri del passato non posso parametrarli a quelli attuali, perché il calcio è cambiato per i portieri, la tattica individuale è totalmente modificata. Sirigu assomiglia a sé stesso, ha la sua personalità e la sua presenza in porta. Deve migliorare in alcune cose di tipo interpretativo, però è un giocatore che al Palermo viene invidiato da tutti".Passiamo invece a Hernandez. Ha disputato una grande stagione 2009-10, mentre ora, anche a causa degli infortuni, si è un po' fermato. Come si può inquadrare il momento attuale dell'attaccante uruguaiano e quali possono essere le sue prospettive per il futuro?
"Hernandez è la mia spina in questo momento. E' un giocatore talmente forte che si è perso tra infortuni e distrazioni. Logicamente lo aspetto, tutti lo aspettano a Palermo, ma direi che lo aspetta il calcio, perché Hernandez è un uomo per il calcio. Ha dei requisiti tecnici e atletici straordinari, però sta vivendo una situazione balorda. Io spero, anzi sono certo, che lui avrà la forza morale e l'anima per tirarsi fuori da questa impasse, che è un gravissimo danno per sé stesso, per la sua famiglia e per il Palermo. Non è colpa sua, ma nel calcio non esistono tribunali che accertano le colpe. C'è solamente il fatto di non esserci, di non stare giocando, ma è un talento che dovrà per forza rimettere la testa fuori".Durante la scorsa stagione, nel suo momento migliore, si parlava di un interesse per il giocatore da parte dei più importanti club inglesi e anche del Real Madrid. Ci conferma che c'era qualcosa vero?
"Sì, c'era qualcosa di vero, ma adesso vorrei dire con forza che è bene togliere a questi ragazzi questa sorta di ribalta virtuale, perché non giova alle loro prestazioni. Sto vedendo calciatori che sono in netta flessione di rendimento, perché tutti i giorni si parla di qualcosa di più importante, mentre invece la cosa importante è quello che fanno in questo momento. La partita di ieri sera a Napoli in qualche maniera lo dimostra".
Ha visto una squadra un po' distratta dalle voci di mercato?
"Ho visto calciatori che tutti i giorni vengono messi in vetrina e che vivono una situazione che non è più neanche calcistica. E' mediatica e virtuale, mentre invece si devono fare i sacrifici dentro il campo. Si devono mettere la forza, l'energia, l'impegno, non inteso come impegno normale, ma inteso come impegno nervoso massimale. Mentre invece si fanno troppe ipotesi svolazzanti, che non stanno aiutando la crescita di questi ragazzi".
Oggi il presidente Zamparini è tornato su argomenti che aveva già trattato nei mesi scorsi: la possibile cessione della società (o di quote della società) e la crociata contro gli arbitri. Per quanto riguarda la società, il patron rosanero ha rivelato di avere contatti in corso con il principe saudita Sami Al Hokair, con il quale, ha spiegato, "a gennaio entreremo nel dettaglio dell'operazione". Per quanto riguarda gli arbitri, sul sito del Palermo è apparso un comunicato in cui si sottolinea, fra le altre cose, il fatto che il Palermo non abbia avuto finora alcun rigore a favore in questo campionato. Questione societaria e arbitri: Zamparini, come aveva annunciato dopo le polemiche (arbitrali) che avevano fatto seguito a Milan-Palermo, si prepara davvero a lasciare il Palermo e il calcio?
"Io ora sono in Sudamerica, tanto lontano per poter giudicare situazioni che conosco solo in maniera marginale, ma sono due cose distinte. Per quanto riguarda la situazione arbitrale, non è il caso di appellarsi all'arbitraggio per la partita di ieri sera, perché ieri il Palermo non è stato il Palermo. La sconfitta ci sta tutta, anche se è stata risibile per come è maturata. Però, è altrettanto vero che una squadra che ha il secondo attacco del campionato e che non ha ancora avuto un calcio di rigore a favore è una cosa come minimo singolare. Per quanto riguarda invece le iniziative volte al potenziamento della società che Zamparini ha in mente e in atto di fare, so perfettamente che lui vuole potenziare questa strutttura, questa società, per consegnarla ai siciliani. E' certo che prima di andarsene da Palermo, vorrà dare una dimensione europea a questa società. Non lascerà questo club nel grigiore e metterà in atto tutte le iniziative possibili per poterlo fare. Se lascerà il Palermo a breve? No, magari avrà un impegno minore nei prossimi anni, con l'ingresso di nuovi soci, ma mai lascerà il Palermo in via definitiva".Passiamo, per concludere, al mercato sudamericano. Negli ultime giorni si parla di un interesse da parte del Milan per l'argentino Erik Lamela, 18enne trequartista mancino del River Plate, e di un rinnovato interesse rossonero per Paulo Henrique Ganso, trequartista del Santos classe 1989. Lei ha qualche riscontro in merito e, soprattutto, pensa che siano due giocatori da Milan?
"Riscontri non ne ho anche perché non ne vado cercando, perché si tratta della politica di altre società. Certamente sono due calciatori di notevole talento. Sono certamente ragazzi che possono pensare a pieno titolo di essere protagonisti in Europa, perché hanno sia tecnica che struttura. Non sono affatto meravigliato che i grandi club li stiano seguendo. Se sono da Milan? Un giocatore va giudicato per quello che è, se è forte è forte sia per il Milan che per il Palermo che per il Real Madrid. Sono certamente giocatori da grande squadra".Altri tre nomi dei quali si parla magari un po' meno nelle ultime ore, ma che sono stati alla ribalta delle cronache di mercato nelle ultime settimane e negli ultimi mesi, sono quelli di Rogelio Funes Mori, attaccante classe 1991 del River Plate, di Federico Fernandez, difensore classe 1989 dell'Estudiantes, e di Lionel Galeano, difensore classe 1991 dell'Indipendiente. Sono giocatori pronti per il calcio italiano ed europeo?
"Sono certamente tre ragazzi interessanti, ma bisogna vedere chi li prende e in quale contesto li inserisce, perché la vera difficoltà per i calciatori sudamericani di questa età è quella di trovare terreno fertile presso le squadre che li ospiteranno nei prossimi anni. Comunque sono tre ragazzi che rappresentano certamente una garanzia, per un motivo o per l'altro. Poi dovranno essere bravi e fortunati a trovare le società che favoriscano il loro percorso di crescita. Se Funes Mori è il nuovo Crespo? Non è un paragone totalmente pertitente. Non perché Funes Mori non sia in assoluto forte, ma mi sembra un po' diverso".I COMMENTI E LE DOMANDE PIU' INTERESSANTI DEI LETTORI SARANNO GIRATI A WALTER SABATINI, CHE RISPONDERA' NEL PROSSIMO INTERVENTO AI NOSTRI MICROFONI.