Sabatini a CM: 'Napoli presuntuoso, la Juve ha un solo campione. Scudetto? Un Super Bowl Inter-Milan'
Un mese fa ci eravamo dunque lasciati così. 1° posto a pari merito con spareggio: Napoli e Juventus. 3a Lazio, 4° Milan, 5a Inter, 6a Fiorentina, 7a Roma, 8a Atalanta, 9° Torino e 10° Genoa.
Da qui ripartiamo per modificare proprio il 10° posto, con il Bologna che si fa preferire al Genoa, e non solo in virtù dei punti già accumulati. La squadra di Thiago Motta esibisce un buon calcio e buonissimi calciatori (tipo Zirkzee). L’allenatore deve limitare le ostilità che innervosirono Arnautovic e pochi giorni fa hanno portato all’addio tempestoso di Musa Barrow.
9° il Torino che grazie al “no” di Buongiorno ha sventato la deleteria cessione apparecchiata da Cairo. Così è arrivato solo Zapata. “Solo” si fa per dire, perchè il colombiano - se sta bene fisicamente - è più che utile. Diventa indispensabile. Garanzia di gol e peso offensivo.
8a ancora l’Atalanta, anche se sarebbe forte la tentazione di proiettarla più in alto. Alla vigilia Scamacca e De Ketelaere erano catalogati sotto la voce “scommessa”. Già adesso sono stati promossi a “speranza”. Presto per conquistare la qualifica di “certezza”, ma l’avvio è stato davvero incoraggiante.
7a la Fiorentina, che ha subito evidenziato quanto pesino le fatiche d’Europa. A cavallo della Conference League - non per caso - è crollata nei secondi tempi contro il Lecce e l’Inter. Nzola e Beltran devono dimostrare di valere Cabral e Jovic, Arthur e Maxime Lopez sembrano il tipico doppione da turn over, quello che Italiano non sempre mette in pratica. Per fortuna c’è Nico Gonzalez. L’argentino è di altra (e alta) categoria, ma non può fare tutto lui: corse e rincorse, assist e gol.
6° posto (di stima, si diceva una volta) per la Roma che delude nei risultati e nel gioco. Si può solo migliorare. Però l’impressione è che dipenda esclusivamente dai giocatori, possibilmente campioni come Dybala e Lukaku. I dubbi coinvolgono la tenuta fisico-atletica di entrambi, soprattutto l’argentino, al pari delle perplessità su Renato Sanches e Lorenzo Pellegrini. Senza di loro la squadra vale poco. E Mourinho sembra aver opacizzato i bagliori del suo carisma. Senza girarci attorno: un punto nelle prime tre giornate trasformerebbe in impresa anche il sesto posto.
Esce dalla zona Champions ed è 5a la Lazio, che non mantiene quel che promette. A dispetto di tutte le narrazioni, la squadra gioca meglio quando si difende ordinata e riparte ragionando. Praticamente il contrario del Sarrismo di napoletana memoria. La sostituzione decisiva, quella di Milinkovic-Savic, con Kamada e Guendouzi è in buone mani. In buoni piedi, come al solito, il gioco che sgorga dal genio di Luis Alberto.
4° il Napoli, e questa sì che è una rivoluzione rispetto al pronostico di un mese fa. In sospeso ci sono troppe incognite che tormentano le certezze acquisite. Al momento, Garcia perde di misura il confronto con Spalletti. Ma l’allenatore è un dettaglio, seppur significativo. A tratti la squadra sembra sazia, un classico da post-scudetto. E anche un po’ presuntuosa: corre meno sia in avanti che indietro. Natan un mistero, gli altri acquisti di mercato tutti periferici rispetto ai titolari. E ancora troppe questioni in sospeso riguardo ai rinnovi contrattuali.
3a la Juventus che un mese fa aspettava qualcosa di più dal mercato. Invece Allegri allena gli stessi dell’anno scorso, con Weah e Cambiaso unici innesti. Il podio viene suggerito dalle settimane senza impegni internazionali. Se non fosse sempre punzecchiato dagli infortuni, qualcosa di più potrebbe portarlo Pogba, unico vero campione in rosa. Chiesa e Vlahovic in ripresa ma sempre in chiaroscuro: alti e bassi. Gli attaccanti juventini dipingono il classico dualismo bianco e nero, anziché il rassicurante grigio che fa bella figura su tutto.
E infine il primo posto, con il sogno che tra Inter e Milan si arrivi a un Super Bowl per lo scudetto e per la seconda stella. Ma al di là della suggestione-spareggio, le milanesi sono state finora le squadre più convincenti, malgrado i dubbi del mercato.
La squadra di Inzaghi non è migliorata come formazione titolare, perchè tra Onana e Sommer non c’è paragone e Thuram (comunque sorprendente) non vale ancora Lukaku e/o Dzeko. Però ha notevolmente irrobustito la rosa, potentissima anche per sopportare tutti gli impegni extra-campionato. Dimenticare Onana, Skriniar, Brozovic, Lukaku e Dzeko non è ancora scontato, ma più passa il tempo più diventa possibile, anzi probabile.
Il Milan di Pioli è l’aggiornamento semi-automatico della squadra che aveva conquistato lo scudetto. Intensità di prestazione e innovazione tattica sono evidenti, nonchè scontate con Pioli alla guida. L’entusiasmo invece non è scontato. Come non banali sono tre campionissimi: Maignan, Theo e Leao.
Dunque Milan o Inter per lo scudetto, sperando si arrivi a uno spareggio. Juve e Napoli per completare la zona Champions, sperando che il buon cammino europeo regali all’Italia una quinta squadra nell’edizione dell’anno che verrà. È solo un pronostico. E i pronostici - è risaputo - non li sbaglia solo chi non li fa.