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    Sabatini a CM: 'Juve, non è solo colpa di Allegri ma ha sbagliato su Chiesa e Fagioli'

    Sabatini a CM: 'Juve, non è solo colpa di Allegri ma ha sbagliato su Chiesa e Fagioli'

    • Sandro Sabatini
      Sandro Sabatini
    Era venerdì 13, che significa qualcosina anche per la superstizione. Ma senza timore di maledizioni scaramantiche, è stato semplicemente venerdì +10. Ovvero i punti di vantaggio nella corsa allo scudetto: il tricolore che prossimamente farà la sua bella figura anche sulle maglie azzurre. 

    FUGA SCUDETTO - Il Napoli è la squadra più forte di questo campionato; la Juventus e le milanesi giocano per il podio. D'accordo che al traguardo mancano ancora una giornata e un girone, ma tira aria di fuga decisiva. Lo dicono i numeri, i confronti di reparto (l'attacco più prolifico contro la difesa meno battuta) e anche i duelli individuali (Osimhen vs Bremer da brividi). Lo confermano gioco e giocatori, che sono la stessa cosa e non entità separate come sostengono i filosofi.

    LE SCELTE SBAGLIATE DI ALLEGRI - Se tra la prima e la seconda in classifica non c'è stata partita, difficile immaginare una competizione equilibrata da qui a fine stagione. Però qualcosa si può scoprire, pure in una sfida senza apparenti sfumature. Per esempio sulle scelte di Allegri, e non c'entra Bremer: il valore del difensore resta, anche al termine della peggior partita in carriera. Discorsi simili per gli altri. Appunti sparsi: Alex Sandro più timoroso del solito, Kean preferibile assieme anziché al posto di Milik, Chiesa s'era visto con l'Udinese meglio a sinistra che a destra comunque mai a tutta fascia, Locatelli andava sostituito un minuto prima anziché un attimo dopo il terzo gol. Queste sono evidenze lampanti per tutti. 



    SENZA FAGIOLI - Meno comprensibile un "buco nero" nel centrocampo bianconero: Fagioli. È bene chiarire: non si mettono in discussione risultato e prestazione con la presenza e/o l'assenza di un singolo. Ma è doverosa una riflessione sul centrocampista che quest'anno ha giocato solo due volte per 90 minuti: contro Inter (2-0) e Lazio (3-0), cioè le gare in cui si è notata più scorrevolezza di gioco. Vedere Paredes o McKennie al posto di Fagioli forse sarà anche giusto per il curriculum, ma meriterebbe un'analisi più ampia, serenamente tecnico-tattica con supporto di qualche statistica: Fagioli gioca peggio o imposta con più difficoltà o difende meno rispetto a Paredes, McKennie e forse anche Locatelli? Se l'interrogativo è fuori luogo, scusate tante parole sprecate fin qui. Se gli interrogativi non sono replicabili anche per Miretti, scusate ancora. Ma l'impressione generale è che la Juventus abbia un solo centrocampista meritevole del posto fisso: Rabiot. Tutti gli altri - giovani e vecchi, ricchi e poveri - si equivalgono. Ma almeno i ragazzini promettono di crescere. Paredes no. 

    IL GIOCO DEI SINGOLI - È chiaro che le scelte degli allenatori - tutti, nessuno escluso - non siano completamente impermeabili a equilibri e gerarchie di spogliatoio. Ed è altrettanto evidente che sia necessaria molta cura nel maneggiare i giovani, per non bruciarli. Eppure alcuni ragazzi sembrano già pronti per giocare titolari e "giocarsela" con i titolari. Senza scottature. Oggi invece è tutta la Juve che resta scottata: sia nel gioco che nei giocatori, sia nello scontro diretto che nella classifica. Il Napoli è nettamente più forte. Ora si parlerà di filosofia, atteggiamento, bellezza spallettiana e cortomuso allegriano. Non date retta. La prestazione collettiva dipende dal rendimento dei singoli. Non viceversa.

    DA ACERBI A BREMER - Qualche esempio datato 2023? Facile. Osimhen non è in serata e Acerbi se lo mangia; Osimhen vola e Bremer precipita. Kvara diventa piccolo tra Skriniar e Darmian; Kvara torna grande tra Danilo e Chiesa (poi McKennie). Una settimana fa il Napoli sembrava opacizzato dalla sosta, oggi brilla di tre colori: quelli dello scudetto. 
     

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