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Sabatini a CM: 'Da Amrabat a Milinkovic-Savic, i Mondiali hanno cambiato i valori tecnici e di mercato'
Ripensando alla Juventus massacrata dal Benfica in Champions League, per spiegare la differenza di valori a centrocampo viene in mente il paragone tra Enzo Fernandez (protagonista con l’Argentina) e Paredes (gregario). E anche in attacco confronto a distanza sbilanciato tra il deludente Milik e il sorprendente portoghese Gonçalo Ramos, quello della tripletta da vice Ronaldo.
Tornando a centrocampo, il migliore è stato Amrabat (valutazione raddoppiata sul mercato) in compagnia di Rabiot, diventato stella tanto quanto Pogba. Invece altri juventini (o recenti ex) che non hanno fatto bella figura sono i quasi anonimi Di Maria e Bentancur, più De Ligt panchinato nella difesa a tre dall’Olanda, e infine i chi li ha visti Zakaria e Ramsey.
Giudizi da rivedere in meglio quelli su Giroud: niente storie, questo è un campione sottovalutato da un decennio! In ambito milanista si confermano Rafael Leao talento forse inconsapevole e Theo Hernandez che però piace più nella libera interpretazione rossonera a tutto campo. De Ketelaere resta incompiuto, ma magari è colpa di tutto il Belgio con lo spogliatoio frantumato se Lukaku fa più danni del terremoto e perfino De Bruyne sembra un pulcino bagnato.
Tra i napoletani, il coreano Kim non è stato eccellente: ha avuto semplicemente il rendimento degli altri Kim compagni di squadra. Tale e quale anche Zielinski con la Polonia, mentre il calo al Chelsea è stato confermato da Koulibaly anche con il Senegal. Periferici tanti altri, sperduti qua e là. Dybala se lo sono scordati in panchina: ha giocato più minuti il Papu Gomez. Autostima in crisi pure per Lautaro che è diventato la riserva di Julian Alvarez che è la riserva di Halaand al Manchester City…
E come interpretare il Mondiale degli allenatori? Il più bravo è sembrato quello del Marocco, il più affidabile Deschamps, il più pratico quello della Croazia e il più in sintonia con le proprie stelle Scaloni dell’Argentina. Ma spiccano le bocciature molto precoci degli unici due che in carriera avevano vinto una Champions League: Luis Enrique vittima del tikitaka che con la nazionale sembra un’esercitazione invece con il Barça di Messi ben altra cosa (ma va’!); Flick che si atteggiava da fenomeno al Bayern è apparso modesto con la Germania.
Rieccoci alla domanda iniziale: cambiano i valori tecnici (e di mercato) dopo il Mondiale? La risposta è sì. Un disordinato e affollato “sì”, tra campioni e discreti giocatori, titolari e panchina. E allenatori.