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    Sabatini a CM: '4 spunti su Napoli-Milan e cosa cambia ora per la Champions'

    Sabatini a CM: '4 spunti su Napoli-Milan e cosa cambia ora per la Champions'

    • Sandro Sabatini
      Sandro Sabatini
    Quattro, come i gol. Quattro spunti: polemici, ci mancherebbe, ma anche riflessivi. Opinioni personali, quindi soggettive e discutibili. Mai verità assolute. E diffidate di chi le offre. Sia gratis attraverso i social, che altrove a pagamento.

    Primo spunto: la curva del Napoli. Una parte della curva del Napoli. Ancora meglio, così nessuno si offende, un gruppetto nella parte di curva del Napoli che contesta De Laurentiis. Sarà anche una minoranza visivamente ridotta, ma quando c’è da urlare, si sente quasi come il boato “The Champioooons”. Il resto dello stadio sta zitto (per solidarietà o per paura?) e la curva anche, per protesta contro il caro biglietti. La protesta, civile, ci sta. Perché 80-90 euro sono una vergogna per i posti cosiddetti “popolari”. Ma dal silenzio offeso per i prezzi, si passa poi al coro offensivo contro il presidente. Che vada altrove. Ci siamo capiti. Una colonna sonora in sottofondo. Si sentiva solo quella, durante la partita con il Milan. Il resto dello stadio in silenzio, la curva a squarciagola per i cori contro De Laurentiis. Il settore dei tifosi rossoneri cantava e sbandierava in festa. Surreale. Di più: paradossale. Il Napoli - questo Napoli - ha più sostegno in trasferta che nel proprio stadio. Preoccupante verità. Ormai storica. Il presidente fa benissimo il presidente: risultati e bilanci come medaglie al valore imprenditoriale. Ma De Laurentiis fa male De Laurentiis, l'uomo. Troppo a modo suo. “Io so’ io…”. Mai visto un personaggio più malsopportato dai napoletani. ADL non se ne faccia una colpa, ci mancherebbe. Ma se ne rendano conto tutti (società e ultras) che quest’atmosfera può intossicare la squadra. Se presidente e tifosi non si scambiano un segno di pace, sarebbe non soltanto poco Pasquale, ma soprattutto imperdonabile per Spalletti e la squadra.



    Secondo spunto, che in realtà è un avvertimento. Date retta: la teoria è una cosa, la pratica un’altra. Osimhen è un campione, Simeone un ottimo giocatore, Raspadori non una prima punta. Tutto il resto va di conseguenza. Si può vincere anche senza il nigeriano mascherato, ovvio. Certo che si può. Ma un conto è “poter” vincere, un altro è farlo davvero. Osimhen e Kvara hanno risolto certe partite e confezionato alcune vittorie con azioni solitarie, potenti e prepotenti. Chi non se n’è accorto, stia più attento. Chi ne è consapevole, non dica che “l’importante è il gioco”. Perché il gioco lo fanno i giocatori. Lo interpretano, lo sviluppano, lo esaltano, lo abbelliscono. Si può giocare e vincere anche con Simeone e Raspadori. Ma con Osimhen è più facile e probabile.

    Terzo spunto, che diventa un confronto: la lite Spalletti-Maldini. Cose che succedono. Sempre accadute, nei corridoi che portano dagli spogliatoi al campo e viceversa. Qui non si tratta di stabilire chi ha ragione e chi torto, ma solo di riflettere su campionato e Champions. Spalletti che va a chiedere spiegazioni all’arbitro, Maldini che gli dice di non innervosirsi, tanto ha già vinto lo scudetto. Ci scappa anche una parolina di troppo. In Italia è tutti normale. In Champions, no. L’arbitro internazionale tiene più a distanza l’allenatore. Nell'intervallo il dirigente può stare lì solo se poi va in panchina (e non è il caso di Maldini). State attenti, che è meglio: quando vi troverete in Europa, sarete giudicati dall’Uefa che è più attenta a tutto, sia alla forma che alla sostanza.

    Quarto spunto, che infine è un pronostico. La sfida ai quarti di Champions vede ancora il Napoli favorito. Ma non più favoritissimo. Perché i valori restano, sono quelli del distacco in campionato. Ma la presenza (e la forma) di Osimhen farà la differenza. E un 4-0 anche. Non si può far finta di nulla. Non ci vuole un professore di psicologia. Il Milan sarà più sicuro, il Napoli meno. Il Milan resta più sfavorito, il Napoli meno favorito.

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