Ruiu: 'Nessuno al Milan ce l'ha con Donnarumma, ma alcuni tifosi esultano per le sue papere. Si rialzerà di nuovo'
Inutile ribadire quanto sia grave per l’intero movimento calcistico e sportivo nazionale non partecipare a due Campionati del Mondo consecutivamente. Inutile ripercorrere l’inaccettabile cammino della squadra di Mancini verso l’eliminazione, dopo essere stata inserita in un girone abbordabilissimo e dopo aver perso lo spareggio contro una squadra modestissima. Inutile sottolineare nuovamente che in base ai valori tecnici di questa Nazionale è più incredibile aver vinto l’Europeo 8 mesi fa piuttosto che essere stati estromessi dai prossimi mondiali per mano di Svizzera e Macedonia. Mancini e company hanno compiuto un’impresa impossibile la scorsa estate. L’Italia vista in Nations League e nelle qualificazioni mondiali ha espresso per lo più i veri valori della rosa, addirittura peggiorati da quel pizzico di presunzione che ha pervaso la squadra dopo Wembley. Gli azzurri agli Europei sono stati squadra umile, coesa e operaia. Da dopo Wembley si sono convinti di essere “forti” e non c’è convinzione peggiore nel calcio per chi non lo è davvero.
Questa sensazione diffusa ha contagiato tutti, ct compreso e ovviamente Donnarumma compreso. Il mio editoriale odierno verte proprio sull’ex portiere rossonero, sicuramente il più bersagliato dopo l’eliminazione azzurra, sicuramente il più contestato dell’anno, sicuramente il più inviso a critica e tifosi. Il sottoscritto, in particolare, ha sempre adottato una posizione molto precisa su Donnarumma, un parere che mi è costato carissimo in termini di insulti social e non solo. Purtroppo sono abituato ad avere una mia idea e a esprimerla onestamente, trattandosi di calcio e vigendo tuttora la libertà di opinione. Da un anno passo come il “difensore d’ufficio” di Donnarumma e delle sue supposte malefatte. Da un anno mi limito a offrire una visione diversa dal diktat supremo del “tiro al Donnarumma”, uno sport che in Italia e a Milano in particolare è diventato popolarissimo e che, alla fine, ha determinato un clima di totale mancanza di serenità da parte del giocatore, clima che ha condizionato ovviamente le sue prestazioni. E mi riferisco soprattutto a quelle in maglia azzurra.
In questi mesi ho visto gente esultare ogniqualvolta Donnarumma stava in panchina nel PSG a beneficio di Keylor Navas, ho visto gente festeggiare l’eliminazione dei francesi per mano del Real Madrid come se fosse la notte di Berlino nel 2006. Che tristezza. Sicuramente Gigio dorme sul tiro da fuori area del macedone, ma non è strano arrivare al 92esimo sullo 0 a 0? Sicuramente Donnarumma va leggero nel contrasto con Benzema al Bernabeu, ma per qualsiasi altra squadra e per qualsiasi altro portiere si sarebbe gridato allo scandalo e sarebbe passata la logica dell’ennesimo arbitraggio pro-Madrid della storia del calcio europeo. E invece no. Tutti addosso a Donnarumma. Come se fosse colpevole di ogni cosa, anche del Covid e della guerra in Ucraina. E allora mi domando, scusate ma, guardando i fatti ed evitando di mandare sempre il cervello all’ammasso in nome della propaganda, che cosa ha fatto di male Donnarumma negli ultimi 12 mesi. E’ stato protagonista di una grande annata con il Milan ed è andato in scadenza di contratto, cosa che capita sempre a più big non solo del Milan, ma del calcio italiano ed europeo, da Mbappé in giù. Invece di rinnovare con il Milan ha scelto, da professionista, di andare in uno dei club più ricchi del calcio attuale che compete ogni anno per provare a vincere la Champions League. In pratica ha fatto la stessa cosa che facevano tutti i top player degli anni 80, 90 e 2000 scegliendo di venire al Milan o in altre squadre italiane, quando il campionato nostrano era il più ricco e il più competitivo del mondo.
Nessuno, da Maldini all’ultimo dei compagni, ha nutrito risentimento per la scelta di Gigio. E la stessa scelta l’hanno fatta e la faranno giocatori che non sono solo del portafoglio di Mino Raiola. Dopodichè Donnarumma è stato l’unico rappresentante rossonero nella spedizione azzurra a Euro 2020. E’ stato premiato come miglior giocatore del torneo, cosa più unica che rara per un portiere. Ha trascinato l’Italia alla vittoria del titolo parando i rigori contro Spagna e Inghilterra perché ricordiamocelo l’Italia, nei 120 minuti, non ha vinto né la semifinale nè la finale. Il tutto a 22 anni compiuti. A quell’età Buffon giocava ancora nel Parma e non era nemmeno titolare in Nazionale. A Euro 2000 infatti il portiere era Toldo, che passò alla storia per quell’indimenticabile Italia-Olanda. Ma come? Toldo passa alla storia per una semifinale di un Europeo perso e 21 anni dopo Donnarumma passa come un brocco dopo aver parato i rigori in semifinale e finale? Persino Buffon non parò nemmeno un tiro dagli 11 metri nella serie mondiale di Berlino. Però Donnarumma è stato bollato come brocco. E deve necessariamente passare come tale.
Sicuramente dopo Wembley e il passaggio al Paris St Germain qualcosa è cambiato nella testa di Gigio e sicuramente in questa stagione sportiva sta facendo male, ma il valore non si può discutere e la sua carriera, anche se ancora agli inizi, parla già per lui. Che piaccia o non piaccia, Donnarumma giocherà per altri 15 anni almeno nei top team d’Europa, vincerà tanti altri trofei e diventerà uno dei portieri più forti della storia. Lo dicono le qualità, lo dicono i numeri e lo dice la sua capacità di far tesoro degli errori e la sua personalità nell’uscire dai periodi bui. Questo di certo è il peggiore della sua carriera, ma arriva dopo un anno esaltante coronato da un’impresa storica. Buffon, dopo che fu pagato 100 miliardi dalla Juve, fece una papera clamorosa contro il Chievo e inanellò una serie di prestazioni non da Buffon. Quel periodo gli servì per crescere e diventare il migliore di tutti.
Da italiani, visto che di campioni nella nostra nazionale non ce ne sono, dovremmo augurarci che Donnarumma esca in fretta da questo periodaccio. E invece siamo stati capaci di salutare con 90 minuti di fischi l’eroe di Wembley che indossava la maglia azzurra nella prima gara della Nations League. Donnarumma non è esente da colpe, ma ha fatto una scelta di carriera come tutti i calciatori da quando esiste il professionismo. I 10 o forse 12 milioni che prende di stipendio sono tanti per noi comuni mortali, ma perché si deve discutere sempre e solo l’ingaggio di Donnarumma. Non sopporto le crociate e i giudizi per partito preso. Come portiere del Milan facevo il tifo per Gigio, come portiere della Nazionale faccio il tifo per Gigio, dal punto di vista umano credo che sia giunto il momento per tutti di ricordare le parate di Wembley che ci hanno fatto godere e finire una volta per tutte il “tiro al Donnarumma”. E la cosa peggiore che ho visto in questa settimana, non è stato il tuffo in ritardo di Donnarumma a Palermo, ma gli italiani felici perché Gigio aveva fatto l’ennesima papera. A spese dell’Italia.