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  • Ruiu: 'Milan, i problemi sono in attacco. Siamo nelle mani di De Ketelaere e Pioli'

    Ruiu: 'Milan, i problemi sono in attacco. Siamo nelle mani di De Ketelaere e Pioli'

    • Cristiano Ruiu
      Cristiano Ruiu
    Ormai eravamo abituati a leggere il Milan in testa alla classifica e quindi l’effetto di questa mattina non è gradevole, ma il pareggio di Bergamo ci può stare e non deve assolutamente lasciare la sensazione negativa di una squadra in frenata. Di certo alcuni limiti ci sono e ci saranno, ma sono gli stessi della scorsa stagione che gli uomini di Pioli erano riusciti a superare e a volgere a loro vantaggio. Innanzitutto di fronte c’era l’Atalanta, non lo Spezia o il Monza, tanto per dire. La squadra di Gasperini debuttava nel proprio stadio e, nonostante tutto, non si tratta di una compagine in disarmo, scorticata dal mercato e senza più obiettivi di alta classifica. Anzi. Eppure il Milan ha rischiato pochissimo a livello difensivo, subendo praticamente due sole palle gol e concedendosi una sola (grave) disattenzione difensiva che ha generato il gol del vantaggio bergamasco. La deviazione di Kalulu è quella che mette fuori causa Maignan, ma è imperdonabile il modo in cui Theo abbandona la marcatura di Malinovskyi che può calciare indisturbato dal limite dell’area.

    Si tratta peraltro dell’unica sbavatura del franco-ispanico che dimostra davvero di essere in grande forma. Non a caso Gasperini temeva tantissimo i pericoli provenienti dalla fascia dove Theo e Leao mettono in grande difficoltà i neroblu. Il portoghese cambia marcia rispetto all’esordio contro l’Udinese e per fermarlo devono ricorrere sempre alle maniere forti. La “gabbia” costruita per contenere la coppia di sinistra, in teoria concederebbe un po’ più di spazio sull’altro fronte d’attacco. Ma Messias non lo sfrutta per nulla, anzi, si mangia un gol clamoroso sullo 0 a 0. Anche Rebic e Diaz non trovano mai tempi e spazi per inserirsi in modo pericoloso, ma la cosa più grave è che si muovono pochissimo senza palla. Dobbiamo dire che anche gli altri attaccanti inseriti al loro posto nel secondo tempo non trovano mai il guizzo decisivo. Giroud fa poco o niente, mentre Origi sembra ancora un pesce fuor d’acqua, anzi perde un pallone sanguinoso a metà campo con il Milan tutto proteso in avanti alla ricerca del gol vittoria e per poco non arriva la beffa finale atalantina. Di sicuro i lampi di maggior classe del reparto offensivo rossonero li offre De Ketelaere. Appena entrato scarta un cioccolatino che il non ispiratissimo Tonali scarica sul portiere Musso. Le carenze tecniche del Milan dalla cintola in su impongono di promuoverlo titolare il prima possibile. La sensazione è che senza il gran colpo di biliardo di Bennacer, nettamente il migliore in campo, il Milan avrebbe fatto non poca fatica a trovare la via del pareggio, pur avendo dominato l’Atalanta per tutto il secondo tempo.

    Alla fine dei conti a parte il gol dell’algerino, le occasioni migliori sono state un colpo di testa su corner di Kalulu e Tonali che si fa ipnotizzare da Musso. Degli attaccanti non c’è praticamente traccia nel tabellino e questo è proprio uno di quei limiti di cui parlavamo nell’introduzione di questo editoriale. Che oltretutto avevamo ampiamente anticipato quest’estate. L’anno scorso il Milan è riuscito a vincere lo scudetto senza avere un vero e proprio bomber. Ha trovato i gol un po’ da tutte le parti e, non dimentichiamolo, nel girone d’andata c’erano ancora le reti decisive di un certo Ibrahimovic. Ha quasi 41 anni ed è infortunato ma, lo ripetiamo sempre, è ancora lui l’unico uomo-gol della rosa. Per il resto Maldini e Massara hanno arricchito numericamente la batteria degli attaccanti, ma nessuno di loro si porta in dote nei piedi i classici 20 gol. Cosa che purtroppo i competitor del Milan in campionato hanno, eccome. In questi ultimi giorni sotto l’ombrellone fate il giochino di contare quanti gol possono fare gli attacchi di Milan, Inter, Juve, Napoli e Roma. Ognuna di queste squadre, a parte il Milan, ha almeno uno, se non due, bomber da potenziali 20 gol. Pioli, anche quest’anno, dovrà essere bravo a trovare soluzioni offensive diverse, che portino un maggior numero di giocatori alla conclusione. Mantenendo l’attuale solidità difensiva. Se non ce la dovesse fare, anche il pareggio di Bergamo non sarebbe un bicchiere mezzo pieno, ma un piccolo campanello d’allarme.

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