Calciomercato.com

  • Ruiu: 'Milan a 7 punti dal miracolo, il gol di Leao profuma di scudetto. L'importanza di Ibra e dell'amico Mino'

    Ruiu: 'Milan a 7 punti dal miracolo, il gol di Leao profuma di scudetto. L'importanza di Ibra e dell'amico Mino'

    • Cristiano Ruiu
      Cristiano Ruiu
    Questa settimana magica cominciata domenica scorsa con la zampata di Tonali al 92esimo e proseguita con il “liscio” di Radu non poteva che concludersi così, con una vittoria sofferta ma strameritata giunta negli ultimi 10 minuti di quella che sembrava una festa annunciata. E si sa, quando le feste sono troppo “annunciate” spesso non finiscono bene. La Bologna interista docuit. Stavolta invece la festa preparata dall’incredibile accoglienza dei tifosi a S. Siro è arrivata e il regalo di Terracciano è stato sfruttato al meglio da Leao, che con il gol più pesante della sua carriera, è arrivato in doppia cifra, unico tra i rossoneri.

    Se pensiamo a com’era la classifica asteriscata una settimana fa nell’intervallo della sfida contro la Lazio all’Olimpico, ancora non ci si crede. Se pensiamo a quale Milan aveva trovato Ibra nel gennaio 2020, sembra davvero un miracolo. Un miracolo fatto di lavoro, applicazione, di scelte dolorose, ma azzeccate, di esigenze tecniche ed economiche coniugate alla perfezione grazie allo spirito di gruppo creato da Pioli e dalla società. Quando meno di due anni fa Ibra parlava di scudetto ridevano tutti e non ci credeva nessuno, noi in primis. Forse anche all’amico e procuratore sembrava una delle sue “boutade”, forse una provocazione, di quelle che servono per scuotere l’ambiente e inculcare nei compagni la mentalità vincente. E invece lo svedese ha convinto tutti e ha fatto sul serio. Tant’è vero che questo Milan, il suo Milan, è a 7 punti da un incredibile scudetto. Scudetto che se arrivasse varrebbe doppio perché toglierebbe ai cugini la gioia della seconda stella che sentivano già loro.

    Nella difficile partita contro la Fiorentina Ibra ha recitato una parte da comprimario, è entrato toccando pochissimi palloni, ma non possiamo non notare che il pesantissimo gol di Leao sia arrivato quando c’era in campo lui. Terracciano ha sbagliato il rinvio quando al limite dell’area c’era Ibra, Leao è stato libero di ondeggiare nella squadernata difesa viola quando erano in due a curare Ibra perché erano convinti che il portoghese andasse sull’esterno e la passasse al suo compagno a centro area. E invece Leao, tornato ai livelli medi di questa stagione ottimale, utilizza la presenza dell’altisonante compagno per aggiustarsela al meglio e mandare in rete una palla che profuma di scudetto più che mai. Proprio come profumava di scudetto la traversa di Pavoletti a Cagliari, il “buco” di Radu a Bologna e la miracolosa parata di Maignan su Cabral.

    Quella contro la Fiorentina è stata l’ennesima vittoria “da squadra” di quella che certamente non è la compagine più forte d’Italia ma che sicuramente è quella più “squadra”. Uno spirito di corpo che è stato creato, si è esaltato e ancora adesso è garantito dalla presenza di Ibra. La presenza, per questo finale di campionato, basta la presenza. In queste partite dove ogni dettaglio è pesantissimo la presenza di un campione come Ibra è fondamentale. È vero che lo svedese gioca quasi da fermo e non ha più lo strapotere fisico degli anni d’oro. Ma come intelligenza calcistica e inclinazione allo spirito di squadra, questo Ibra crepuscolare che sta facendo tornare il Milan ai livelli a cui l’aveva lasciato 10 anni fa, vale molto più di quello dell’epoca. Lo stesso campionissimo svedese non ha mai nascosto per la sua crescita e maturazione eccezionali di una carriera inimitabile l’importanza che ha avuto l’amico Mino. Siamo sicuri che se dovesse arrivare questo incredibile scudetto Zlatan lo dedicherebbe proprio a Raiola.

    In questi giorni ho letto e ascoltato testimonianze stupende per un uomo che, piaccia o non piaccia, è stato grande protagonista degli ultimi 20 anni del calcio europeo. E ha contribuito in maniera determinante a costruire grandi campioni, grandi squadre e grandi successi. Il tutto partendo da zero e costruendo da solo un impero. Non riesco però a notare che nella fitta schiera di prefiche schierate dopo il tragico lutto era pieno di gente che fino a poche ore prima si era riempita la bocca di giudizi ignoranti e superficiali sull’uomo Mino e sul professionista Raiola. Io non ho mai nascosto stima e ammirazione per un personaggio che ci mancherà, anche perché quelli che hanno provato e che proveranno a imitarlo saranno di certo peggio di lui. E mi piace pensare che come c’era molto di Raiola nel nostro 18esimo, ci sia qualcosa di Mino anche nel 19esimo.

    Altre Notizie