Ruiu: 'Kessie andrà via a zero come Gigio e Calhanoglu, il Milan supererà anche questa. Ma ora va blindato Pioli'
“Kessiè sará un Donnarumma-bis”: era il titolo del nostro articolo pubblicato da questa testata lo scorso 6 giugno. All’epoca ci fu la solita insurrezione social dei soliti “intellettuali” tastierati, mentre adesso, a 5 mesi di distanza, per tutti è chiaro che ci sará il “solito” epilogo. Cioè che Kessié, giocatore fondamentale degli ultimi due anni e mezzo se ne andrà a parametro zero a fine stagione.
Il Milan è sopravvissuto alle recenti partenze di Donnarumma e Calhanoglu e supererá anche l’addio di Kessié che, per fortuna, ha tutta l’aria di essere l’ultimo di questi titolatissimi che si svincolano nel pieno della loro carriera senza alcun indennizzo per il club rossonero. Quando nel giro di un anno se ne vanno 3 titolari, 3 giocatori-chiave e 3 uomini che a titolo diverso sembravano aver indissolubilmente legato il loro destino ai colori rossoneri, qualcosa si rompe. È inevitabile. In questi casi i tifosi sono portati a cercare il colpevole, qualcuno con cui prendersela duramente.
In altri tempi, con 3 top player partenti a parametro zero, sarebbe finita pesantemente sotto accusa la società. Pensate solo se Galliani, che i parametri zero li prendeva dalle altre squadre (non solo i Flamini ma anche i Cafu…), avesse perso nel giro di pochi mesi tre pezzi grossi come Donnarumma, Calhanoglu e Kessié senza incassare un euro? Di sicuro la tifoseria, in quel caso, se la sarebbe presa con l’amministratore delegato. Invece in questo caso le ire dei supporter che si sentono “traditi” sono indirizzate ai 3 calciatori. Paradossale il caso di Kessié che qualche mese fa veniva utilizzato come pietra di paragone proprio per misurare l’alto tradimento di Donnarumma e Calhanoglu e che invece stava già progettando uno sviluppo analogo per la propria carriera. Dicevamo che l’ivoriano dovrebbe essere l’ultimo illustre parametro zero perchè la società, scottata proprio da queste 3 dolorosissime perdite (tecniche ma soprattutto economiche), adesso sta lavorando in modo totalmente diverso.
Da quando fu pronunciata la sentenza Bosman i parametri zero sono sempre esistiti e il lavoro dei procuratori non è mai cambiato. Proprio il Milan fu una delle prime societá europee ad approfittarne “scippando” senza indennizzo 4 titolari dell’Ajax fresco campione d’Europa. E da allora la tattica delle società è sempre stata la stessa: rinnovare preventivamente i giocatori più forti con meno di 30 anni per evitare di perderli a zero. Ovviamente questo processo comporta spesso un innalzamento del monte ingaggi di una squadra, soprattutto quando i giocatori giovani e forti sono numerosi e quando il loro rendimento in campo è tale da accrescerne il valore sul mercato. A questa trentennale consuetudine si è adeguato anche il Milan attuale che non a caso sta pian piano “blindando” i propri gioielli per evitare di perderli a zero. Proprio in questi giorni si parla dei prolungamenti contrattuali di Bennacer, Leao e Hernandez che hanno contratti in scadenza nel 2024. Di certo sará necessario aumentare gli ingaggi, ma è inevitabile farlo considerando la loro etá, il loro recente rendimento e il potenziale interesse di mercato. Con 2 anni e mezzo residui di contratto la società nei loro confronti vanta ancora un discreto potere contrattuale, cosa che purtroppo con i vari Donnarumma, Calhanoglu e Kessié non aveva più. E per questo motivo i tre professionisti (perchè dobbiamo sempre ricordarci che tutti questi signori giocano per i soldi e non per amore della maglia, tutti) hanno cercato e trovato ingaggi più allettanti.
Con i rinnovi preventivi, anche per esempio quello recente di Saelemakers, il rischio di perderli a zero si esclude a priori. Maldini e Massara lo sanno e stanno facendo tesoro di questa logica. Una logica, come detto, che non avevano potuto applicare con i 3 partenti eccellenti dal momento che negli ultimi 4 anni il Milan aveva cambiato altrettanti assetti societari e quando la palla è passata in mano all’attuale dirigenza ormai era troppo tardi per “convincerli” a firmare alle condizioni del club. La logica è puramente economica e commerciale, altrimenti non si chiamerebbe “calciomercato”.
Ergo: se si vuol trovare un colpevole, secondo me, non bisognerebbe prendersela nè con i 3 giocatori né con gli attuali dirigenti. Ma con chi ha determinato il susseguirsi di 3 proprietá diverse e 4 management diversi nel giro di pochi anni. In questo modo è stato molto difficile programmare tutto, anche la gestione dei contratti dei calciatori. Soprattutto considerando il fatto che i risultati sportivi fino all’avvento di Ibra, non arrivavano mai e quindi era ancor meno automatico gratificare i calciatori con i famosi rinnovi preventivi. Per fortuna del Milan quell’infausto periodo privo di lungimiranza e programmazione sembra ormai definitivamente alle spalle. Indipendentemente da come proseguirá e finirá questa stagione. Ecco, a questo proposito, l’unico contratto in scadenza 2022 da rinnovare con urgenza é quello di Stefano Pioli, inatteso e straordinario protagonista di questo meraviglioso Rinascimento Rossonero.