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    Ronaldo per Pirlo è un eroe, per Bonucci ci sono frotte di grandi uomini: quando il linguaggio del calcio sfiora il ridicolo

    Ronaldo per Pirlo è un eroe, per Bonucci ci sono frotte di grandi uomini: quando il linguaggio del calcio sfiora il ridicolo

    • Stefano Agresti
      Stefano Agresti
    Non abbiamo capito niente. Noi che siamo cresciuti con l’idea che gli eroi siano semidei, come ci ha insegnato la mitologia. Ea che poi abbiamo avvicinato questa parola a chi ha sacrificato se stesso per gli altri: gli eroi del Risorgimento, gli eroi della Resistenza. Oppure a Garibaldi, l’eroe dei due mondi. Noi che, quando ci viene in mente un grande uomo, corriamo con il pensiero a Gandhi, a Mandela, a Malcolm X. Se poi oggi pensiamo a un eroe moderno, allora guardiamo a chi fatica e combatte per dare una speranza alla propria famiglia o per salvare una vita, lottando contro le ingiustizie, i disagi, le difficoltà.

    Non abbiamo capito niente, perché per trovare eroi e grandi uomini basta guardare un campo da calcio. Prendete Ronaldo. Lavora ogni giorno con un impegno straordinario, con una tenacia senza tempo, con un’abnegazione unica. E per questo lo ammiriamo, ovviamente. Cos’è dunque Cristiano? Un superprofessionista, un esempio di passione, un campione mai sazio? Macché. “Uno che si allena così è un eroe”. Pirlo dixit. Noi incassiamo.

    Da qualche tempo - chissà chi ha introdotto questa moda - calciatori e allenatori amano definirsi l’un l’altro come grandi uomini. Lo sei se giochi una bella partita, se batti un avversario forte e, naturalmente, se compi un’impresa sportiva rilevante. Ecco, in quel caso non sei un campione o un fuoriclasse che ha ottenuto il massimo da se stesso perché ha lavorato molto e bene, è stato intelligente e tenace, ha interpretato la partita meglio del tuo avversario. No: in quel caso sei un grande uomo. Tra coloro i quali usano con maggiore frequenza questa terminologia - se ci pensate abbastanza ridicola - c’è Bonucci, per il quale il calcio è popolato da grandi uomini: da Buffon a Gattuso, a tutti i suoi compagni della Juve.

    E noi, poveri sciocchi, che pensiamo a Gandhi e Mandela.

    @steagresti
     

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