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Ronaldinho: 'Berlusconi come un padre'
Si ricorda quando ha lasciato il Milan? Era a Dubai, a poco più di un’ora di volo da qui. Se ne andò all’improvviso.
"Mi ricordo. Avevo avuto la possibilità di giocare nel Flamengo, la squadra che sognavo. Avevo la possibilità di giocare la Libertadores, non potevo perderla. E’ stato tutto molto rapido".
Visto quello che è venuto dopo, si è pentito?
"Pentito? E perché? La vita è così. Col Flamengo ho vissuto sette mesi meravigliosi senza perdere una partita, è l’unica volta che ho avuto questa fortuna in un club. Eravamo diventati gli Invinctos. Ne è valsa la pena".
Magari non è valsa la pena di andare in Messico o di giocare ancora in Brasile.
"In Messico la gente ha una passione fanatica per il calcio, è molto bello. Sono stato bene".
Con il Fluminense giocherà le amichevoli di gennaio, ma negli ultimi tempi non era andata bene. "Quando la squadra ha problemi il giocatore di maggior nome paga più degli altri. Sono cose normali del calcio, io non ci faccio più caso".
La popolarità le pesa? Tutti sanno o pensano di sapere quello che fa.
"Non saprei, mi pare che sia sempre stato così, perché è così da quando ero giovane. Sono anni che non leggo un giornale, quindi quello che
scrivono non può darmi fastidio".
Il suo ex presidente Berlusconi ripeteva una frase della Thatcher: «Leggi solo i giornali che parlano bene di te». Che ricordo ha di Berlusconi? "È stato come un padre, e anche Galliani. Il Milan è stato davvero speciale, differente da tutti".
Le manca l’Italia?
"Tantissimo. Mi manca Milano, ma anche Barcellona, e mi manca Parigi. Sono arrivato al Psg che ero un ragazzino, è stato il mio trampolino di lancio, e ora vederlo fra i club più forti del mondo mi dà grande gioia".