Romano: quando Conte voleva Florenzi
Pensate se quel gol lo avesse fatto uno di loro, uno dei marziani. Due passi dopo il centrocampo, cannonata nel deserto che sembra uno scarabocchio e invece diventa opera d’arte. Che questa volta ci godiamo noi, a firma di un marziano italiano che non gioca nel Barça di Messi. Pazienza. Loro lo avrebbero chiamato Florenzazo, forse; intanto, sui giornali catalani è diventato l’increible o estético gol di Florenzi, gioiello fatto in casa dalla Roma che nell’estate del 2012 combatteva con il Crotone tra Pettinari e un milione sul tavolo pur di risolvere quella comproprietà che stava diventando pericolosa. Alessandro è diventato grande, si è preso le copertine di tutta Europa e presto le sigle di tutto il mondo. Sempre con umiltà, sempre con il mercato attorno che ha avuto e che avrà. O che forse anche lui non avrà mai.
CONTE, SOGNANDO FLORENZI – Uno dei desideri più nascosti e proibiti di Antonio Conte nel suo ultimo anno da allenatore della Juventus era proprio lui, Florenzi. Nome mai diventato concreto a livello di voci o notizie perché sempre stato ritenuto incedibilissimo dalla Roma, ieri come oggi. Amato da tutti, dai compagni più importanti fino ai tifosi giallorossi passando per chi ne apprezza semplicemente il sacrificio, la voglia, la fame che si nota a occhio nudo in Florenzi. Uno che fa il tornante, poi il terzino, se serve l’ala offensiva. Si mangia la fascia, magari tira fuori la rovesciata dell’anno e all’improvviso va ad abbracciare la nonna. Pane e calcio, Alessandro, un guerriero che Conte avrebbe visto benissimo in bianconero da mezz’ala o da esterno di destra, duttilità e intelligenza calcistica con applicazione all’ennesima potenza. In sostanza, una sintesi perfetta del calcio secondo Conte, ancor più in quella sua Juve da sangue agli occhi. Ma Florenzi non è mai stato cedibile, men che meno ai bianconeri, figurarsi. Antonio oggi se lo gode in Nazionale. Poteva andare peggio.