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    Romano: Kovacic, destino segnato. Tra il Mancio, Klopp e Ancelotti

    Romano: Kovacic, destino segnato. Tra il Mancio, Klopp e Ancelotti

    Chiamateli paradossi. C'era chi non esultava solo qualche settimana fa, ma adesso sta per rinnovare; c'è chi invece ha già rinnovato da tempo e adesso esulta polemizzando, guarda un po'. Vista così, l'Inter di Roberto Mancini sembra una gabbia di matti. E invece? Invece sono semplici peccati di gioventù, vizi accompagnati al talento naturale che il buon Mancio sta forgiando con pazienza, tra alti e bassi. Se Mauro Icardi segna sempre di più e da settimana prossima sarà pronto a firmare un nuovo contratto fino al 2019 per circa 3 milioni a stagione, il trend per Mateo Kovacic va esattamente al contrario. Lui dall'autunno scorso ha autografato senza fare alcun problema il suo accordo con l'Inter per altri quattro anni, messo nei cassetti di Corso Vittorio Emanuele e ufficializzato in pompa magna. Poi, cos'è successo? Che tra un paragone con David Silva, qualche esperimento tattico e troppe pause, Mateo s'è perso. Spento, mai illuminante, spesso e malvolentieri nascosto nella sua tuta con cappuccio in panchina, luogo che non riesce a tollerare. 

    Quando il Mancio lo ha tirato fuori dal cilindro, a Cagliari, Kovacic ha risposto segnando e mettendo tutti in silenzio. Queste cose a Roberto non piacciono, tutt'altro. Come non gli è piaciuta per niente la prestazione contro la Fiorentina, un papero triste che vagava per il campo lontano parente del cigno che si aspetta Mancini e tutto il popolo nerazzurro. A quel punto, quasi come fare due più due: eccole, le voci di mercato. Con l'Everton rilanciato dalla Croazia come club pronto a offrire 20 milioni per il triste Mateo. Ma come stanno davvero le cose? 

    Innanzitutto, non c'è alcuna offerta sul tavolo dei Toffees né risultano essercene in programma. Anche perché il presidente Erick Thohir è stato chiarissimo: Kovacic è un elemento che non si tocca, eventualmente solo a cifre altissime che andrebbero oltre i 35 milioni di euro. Perché si parla di un '94 che vale, eccome. E anche Mancini è della stessa idea, come ha confessato in una chiacchierata proprio con il tycoon indonesiano: Mateo va cresciuto, protetto, coccolato nella convinzione dei suoi mezzi ma anche criticato quando decide di sparire dal campo, cosa intollerabile. 

    Eppure, il Mancio è convinto delle qualità di questo ragazzo che vuole gestire con calma, passando da una preparazione estiva, perché sicuro di poter plasmare con le sue mani un ennesimo gioiello. Che potrebbe salutare solo in caso di follie dall'estero. Per intenderci, un anno fa l'Inter ha rifiutato in gran segreto a fine gennaio un'offerta da 28 milioni più bonus del Borussia Dortmund. Lo voleva Jurgen Klopp, ultimissimi giorni di mercato, in sede arriva il fax ufficiale del Dortmund. La risposta fu un secco "no, grazie". Come quella alle telefonate del Real Madrid nel post Mondiale, nella scorsa estate, prima dell'investimento su James Rodriguez. Quando Ancelotti aveva fatto un pensierino a quel gioiellino croato mandato da Modric, intermediari al lavoro prima che diventasse il colombiano il primo obiettivo delle merengues, niente Kovacc. Ma nonostante le sue prestazioni altalenanti e qualche esultanza troppo al pepe, se lo godrà ancora Mancini. Sperando con più gol e meno paradossi. 

    Fabrizio Romano

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