AFP/Getty Images
Roman Torres, il 'Grande Mazinga' di Panama manda gli USA all'inferno
CHI È ROMAN TORRES - Roman Aureliano Torres Morcillo nasce il 20 marzo del 1986 nella popolatissima Panama City dai signori Roman e Guissel Torres. Nel 2004 Roman venne accompagnato dai genitori presso il Chepo FC. Nel club dell’omonimo distretto della città panamense, l’eroe della sfida di ieri cominciò a dare i primi calci al pallone. Grazie soprattutto all’imponente stazza fisica, Roman approdò nel campionato colombiano. Non nella Categoria Primera A (la prima divisione), ma nella serie cadetta. A ingaggiare Torres fu il Cortulua. Di pari passo andò anche la sua escalation in nazionale, dalle giovanili fino alla prima squadra. Le prestazioni convincenti di Roman convinsero i Millonarios a puntare su di lui. Con la maglia degli azul si impose e si guadagnò il soprannome di Mazinger (Mazinga). Per chi non lo sapesse, Mazinga è un gigantesco robot creato dalla televisione giapponese, alto 25 metri dal peso di 32 tonnellate e dalla velocità di 450 km/h, il cui compito era quello di difendere la terra dagli attacchi dei terribili Mikenes e del loro capo il Supremo Imperatore delle Tenebre.
A SEATTLE - Nell’agosto del 2015, Roman accettò l’offerta dei Seattle. Disse addio ai Millonarios con una sincera lettera d’addio e approdò Oltreoceano. L’inizio della nuova avventura, però, non fu positivo: nel 2015 disputò solo quattro partite a causa di un brutto infortunio. Poi la rinascita. Il 10 settembre 2016 nella sfida in casa dei San Jose Earthquakes (1-1), “Mazinga” disputa tutti i novanta minuti dopo il lungo stop. Torna in campo e disputa 9 partite coi Sounders, rivelandosi decisivo per la tenuta difensiva della sua squadra. La vittoria in MLS Cup è l’ultimo gradino della scalata di Mazinga, che è riuscito a tornare dal brutto infortunio ancora più forte di prima. In questa stagione coi Sounders, terzi in classifica, ha collezionato ben 21 presenze, confermandosi nel ruolo di vero e proprio pilastro difensivo della squadra. Pilastro in MLS, pilastro con Panama. Dopo il gol di ieri anche eroe nazionale e il prossimo passo sarà onorare la promessa fatta 4 anni orsono quando, dopo la sconfitta proprio contro gli Usa che impedì di qualificarsi per Brasile 2014 giurò che si sarebbe fatto crescere i capelli finchè non avesse coronato il sogno di un Paese intero. Dal suo gol è dipeso il crollo degli Stati Uniti. Era dal 1986 che gli Usa non mancavano l’appuntamento con le nazionali più forti del mondo. Sette Mondiali consecutivi, di cui uno in casa, in cui la crescita del movimento è stata lenta ma inesorabile. Fino al gol di Torres, che ha decretato un passo indietro di oltre 30 anni. E quel selfie scattato coi tifosi di Panama a fine gara ha fatto il giro del mondo ed è già entrato nella storia.