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    Romamania: tutte le responsabilità di Mourinho per una squadra brutta da far tenerezza, mancano gioco e idee

    Romamania: tutte le responsabilità di Mourinho per una squadra brutta da far tenerezza, mancano gioco e idee

    • Paolo Franci
    Ho letto del durissimo sfogo di Mourinho sul Corriere dello sport e – fatti i doverosi complimenti a Ivan 'Zazzera' (per chi non praticasse il romanesco, per 'zazzera' si intende una folta chioma e qui ne abbiamo in abbondanza) Zazzaroni che, evidentemente, deve avere una bel talpone grosso così nello spogliatoio, mi soffermo sulla sostanza, al netto del colorito ma assai normale linguaggio da spogliatoio. Più volte Mourinho fa riferimento al fatto che la squadra, ancora e per il terzo anno di fila passando dalla gestione Fonseca alla sua, si sia squagliata come neve (la materia prima mi pare migliore di quella evocata da Mou...) al sole. Ha ragione, la Roma ha paura dei giganti. Se la fa sotto quando si ritrova davanti le Big e in alcuni tratti di gara sembra di assistere a quelle partite di Coppe Europee anni '70 in cui l'unico obiettivo era resistere nel match fuori casa, crollando a volte, cercando di ribaltare il risultato in casa. E magari fosse così, tra l'altro, nei retour match di campionato all'Olimpico.

    Però mi chiedo: se Mou è il Top Gun delle squadre di carattere, il Batman delle palle – per dirla come lui – e l'Iron Man della personalità, come mai dalla gestione Fonseca alla sua non è cambiato assolutamente nulla?
    Possibile che sia un problema di giocatori e basta? Troppo facile. Tra l'altro, la Roma è davvero brutta. Ma brutta da far tenerezza. Non mi riferisco all'Inter, ma torno sulla partita col Genoa, quando l'unica vera grande occasione (più o meno) è arrivata col gol annullato a Zaniolo.

    Qui non si tratta di palle, ma di mancanza di gioco, idee, soluzioni. Cioè, prima di preoccuparsi dei match con le big, bisogna vincere partite in cui l'impotenza della squadra deflagra in tutto il suo preoccupante fragore. Si continua a parlare di errori arbitrali – che per carità, ci sono – e ogni post partita è centrato su tutto tranne che sul pessimo gioco della Roma. Sottolineo: trascinato da fanciullesco e travolgente ottimismo, sono io il primo a leggere segnali di guarigione in qualche buona partita, come quella di Bergamo ad esempio, per poi ripiombare nel grigio e infelice limbo in cui gravita la squadra.

    Capisco perfettamente che criticare Mou, soprattutto dal pulpito di chi non vince mai nulla, corrisponda a criticare Leonardo Da Vinci con tanto di Gioconda, ma si dovrà pur dire che l'adagio secondo il quale il primo responsabile degli scarsi risultati di una squadra è l'allenatore, vale anche per lui? Se la Roma è brutta, sesta-settima e non fa risultati soddisfacenti, possibile che non dipenda (anche, per carità eh!) dalla performance dell'allenatore? E' vero che a Milano la squadra è scesa in campo squinternata e impaurita, ma chi è che deve lavorare sulla testa dei giocatori rendendoli famelici e temibili come coccodrilli in una palude? Io non penso che Mou sia l'unico responsabile di questa situazione, proprio no, ma non posso neanche pensare che lui non abbia responsabilità per questa Roma brutta e fragile.

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