Romamania: testa e cuore a Liverpool, ma non ricordiamo quella finale...
Ma è quando arriva quello che una volta si chiamava il 'ritornello' che ho ascoltato la miglior analisi della serata, sintetizzata in pochissime parole. "E invece niente no / non sento niente no / Nessun dolore / Non c'è tensione non c'è emozione / Nessun dolore". Perfetto. In effetti, ieri sera all'Olimpico non c'era tensione. Non c'era emozione. Sì ok, la mossa del pinguino scaltro di Kolarov e il gol di Under: un po' di emozione, ma la tensione della corsa Champions dov'era? Nessun dolore al gol di Lapadula che aveva riaperto la partita. Non c'era tensione – intendo la solita tensione eh – nel brutto secondo tempo dove gli errori di distrazione hanno provocato disastri (Gerson) e quasi-disastri (Manolas).
Non poteva che essere così. Nessun dolore, non c'è tensione, non c'è emozione. Perché poche ore prima s'era consumato il sabba dei biglietti per il Liverpool in una città che, al netto della componente laziale, da giorni s'è colorata di Reds. Perchè la testa della Roma GialloReds è lì. Il cuore è lì. Anche il fegato è lì e quindi un gol di Lapadula che può complicarti la corsa Champions ti fa in…zzare molto meno.
Dotti, medici e sapienti alzeranno il sopracciglio e diranno che è un errore e che bisogna giocare partita dopo partita e bla bla bla. Sì, ok hai ragione ma fallo te. Provaci te a non pensare al Liverpool. Provaci te a non stare lì con le Gocce di Memoria (ancora Giorgia) che ti riportano alle felici corse verso il gol di Momo Salah, caro vecchio amico. Se il calcio fosse saggezza sarebbe sacrosanto fare le formichine. E quindi ragionare in termini di logica e della conquista del quarto posto senza pensare a chissà quale traguardo. Fortunatamente, il calcio è tutto meno che saggezza e quindi sì, pensiamo a Klopp, Salah, il mondo Reds, Firmino e van Dijk. E lasciamo perdere quella roba di 34 anni fa, che poi non s'è neanche capito bene se sia accaduta sul serio. Qualcuno per caso ricorda quel Roma-Liverpool? Io no.