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    Romamania: Strootman, giustizia è fatta

    Romamania: Strootman, giustizia è fatta

    • Francesca Schito
    Giustizia è fatta. Non perché Strootman non abbia accentuato la caduta sul tiro di maglia di Cataldi, ma perché utilizzare la prova televisiva in quella situazione aprirebbe una serie di contenziosi potenzialmente infiniti in termini di giudizio arbitrale. L'arbitro ha visto sia il gesto del centrocampista della Lazio, sia la reazione del giocatore della Roma. La decisione era stata chiara: cartellino rosso per il laziale, giallo per l'olandese. Poi sulla correttezza della decisione arbitrale si può discutere per settimane.

    Archiviata la questione, al netto di alcune polemiche di stampo complottistico che con ogni probabilità potevano e dovevano essere evitate, la Roma deve concentrarsi sulla doppia sfida che può dire molto sulla sua stagione. Il primo ostacolo è rappresentato dal Milan dell'ex dal dente avvelenato Montella, la speranza è quella di ritrovare la squadra che sin qui, Porto a parte, non ha praticamente mai sbagliato nelle sfide di alta classifica. E' con Napoli, Lazio e Inter che si è vista la Roma migliore, a fronte di alcune sbandate arrivate in partite meno sentite (Cagliari, Empoli, Torino). L'atmosfera da corrida sembra esaltare la banda Spalletti, finalmente matura nelle giornate che contano.

    In mezzo, in un clima quasi surreale, c'è stata la trasferta in Romania: chi si aspettava di vedere qualche giovane della Primavera è rimasto deluso, con il tecnico che ha preferito affidarsi fondamentalmente ad elementi della prima squadra. Si è visto Gerson, per il quale le occasioni probabilmente sono finite da qui a fine stagione, ed è stata l'occasione per il debutto di Seck. Solo qualche secondo per Marchizza, la stella della Primavera campione d'Italia, mentre a De Santis, Franchi e Frattesi è rimasto solamente il privilegio di accomodarsi in panchina in una gara utile solamente all'Astra Giurgiu. Forse si poteva osare di più, ma quello che conta è concentrarsi sul Milan. Con un mare di polemiche in meno e un Kevin Strootman in più.

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