Romamania: sì, rialziamo la testa
'Rialzerete la testa’. Lo diceva De Sanctis guardando fiero la curva Sud nel giorno della presentazione. Quel settore ieri chiuso e vuoto. L’hanno vista in tv, ascoltata alla radio. Hanno trepidato e imprecato nel primo tempo dopo le varie occasioni fallite. La loro mente sarà andata a ritroso negli anni passati quando la squadra giocava, falliva diversi gol e piano piano si scioglieva. Di fronte il Verona e a Livorno, no. La Roma è stata sempre costante, non ha avuto fretta, i nervi saldi e nella ripresa in dieci minuti ha chiuso la partita. Maicon, Pjanic, Ljajic. Loro insieme ai 13mila assenti dell’Olimpico quella testa, la stanno rialzando.
Maicon è tornato il giocatore dell’Inter. Ha superato l’infortunio alla caviglia sinistra avuto nel Manchester City ed ha ripreso a macinare chilometri sulla corsia di destra e ad essere una calamita contro gli avversari. Dopo Rosi e Piris, la Roma finalmente sta tornando a capire cosa vuol dire avere un terzino degno di questo nome. Pjanic ha sfoderato la grinta e la classe ammirata soltanto con la maglia della nazionale bosniaca. Non si limita più al compitino: va in cabina di regia, si prende delle responsabilità e imita addirittura Totti.
Infine Ljajic. Anche lui ha rialzato la testa. Dopo un’estate costellata di polemiche. Pensava di trovare il paradiso giocando con il Milan, forse l’ha trovato nella Roma. Debutto con gol, proprio come accadde per Lamela. Stesso numero di maglia. Stessa porta. Quella sotto la curva Nord. Stesso angolo. L’augurio è che i paragoni con l’argentino siano finiti qui e possa diventare un fuoriclasse. La testa, finalmente alta, è già a Parma.