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    Romamania: si può vincere anche senza Dybala. De Rossi al primo errore, ma ha saputo correggerlo

    Romamania: si può vincere anche senza Dybala. De Rossi al primo errore, ma ha saputo correggerlo

    • Alessandro Austini
    Vincere 3-0 dopo aver combinato “una roba brutta”. Daniele De Rossi porta a casa la seconda vittoria di fila in trasferta, cruciale in ottica rincorsa Champions, e mostra di nuovo il suo lato migliore: un allenatore onesto, che si prende le colpe quando sbaglia e lascia tutti i meriti alla squadra. A Frosinone ha commesso il primo vero errore da quando guida la Roma, scegliendo una formazione iniziale troppo sbilanciata, che ha comportato una costante inferiorità numerica a centrocampo e ha permesso agli avversari di dominare la partita per un tempo intero.

    Così come era stato ingiusto chiudere in svantaggio i primi 45’ a Rotterdam, è difficilmente spiegabile come la Roma ieri sia rientrata negli spogliatoi all’intervallo avanti di un gol. Dodici tiri subiti, appena tre tentati, ma uno è stato decisivo e ha chiuso nel migliore dei modi l’azione personale di un nuovo enfant prodige del campionato italiano. Dean Huijsen impressiona e cresce di partita in partita, se sa anche segnare gol così altro che rinnovo del prestito: la Juventus si ritroverà in casa un difensore di 19 anni forte e già formato, e dovrà solo decidere se venderlo a peso d’oro o costruire attorno a lui la difesa del futuro.

    Dopo aver toppato l’undici di partenza, De Rossi è stato molto lucido nelle sostituzioni: giusto lasciar fuori Huijsen e rimproverarlo nel post partita per l’esultanza provocatoria. Esuberanze di gioventù che sarà bene tamponare subito, perché il ragazzino olandese è pronto eccome per giocare in mezzo ai grandi. A completare la bella immagine di una Roma finalmente onesta ed educata ha contribuito anche Azmoun, con le scuse rivolte ai tifosi del Frosinone per quello che aveva combinato Huijsen. Un gesto inedito e da apprezzare, perfettamente in linea con lo stile di un allenatore agli esordi che con i suoi comportamenti ha molto da insegnare a tanti colleghi più navigati.

    Vanno poi sottolineate altre due scelte per nulla banali di De Rossi. Confermare tra i pali Svilar è una decisione che traccia una linea, probabilmente definitiva per le gerarchie in porta: Rui Patricio paga gli errori dell’ultimo periodo e una flessione iniziata da tempo, mentre Svilar dimostra subito perché è arrivato il momento di cambiare tra i pali, giocando la miglior partita da romanista. È stato lui a costruire la vittoria di Frosinone con parate decisive e dando la sensazione netta di avere una maggiore reattività, alla quale sa aggiungere una discreta gestione del gioco con i piedi.

    L’altra mossa inedita del tecnico è stata la sostituzione di Lukaku, quando un po’ tutti si aspettavano che sarebbe stato Azmoun a far posto a Pellegrini per ritrovare gli equilibri persi. Ma il belga ha esaurito da tempo le energie e un po’ di riposo non gli farà certo male in vista del ritorno col Feyenoord giovedì, da giocare con un Dybala anche lui più fresco dopo la panchina di Frosinone. D’altronde la Roma è in grado di vincere anche senza l'argentino, nonostante Mourinho avesse convinto tutti, in primis se stesso, del contrario.

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