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    Romamania: Rui Patricio diventa Rui Pasticcio, ma è un figlioccio di Mourinho... Come manca Ibanez!

    Romamania: Rui Patricio diventa Rui Pasticcio, ma è un figlioccio di Mourinho... Come manca Ibanez!

    • Paolo Franci
    L'ironia tagliente che attraversa il pallone, a volte sa essere davvero spietata. E così, Rui Patricio, eroe volante portoghese e fedelissimo della vecchia guardia mourinhana, nel breve volgere di due partite è diventato, per alcuni tifosi, Rui Pasticcio. Eh già, anche se poi le svolazzate dell'ex Sporting Lisbona hanno mostrato virate incerte anche nella scorsa stagione. Le statistiche raccontano di una sola vera parata e quattro gol subiti in due partite. Indubbiamente, la difesa ci ha messo del suo, ma gli errori di Rui Patricio non hanno il conforto dell'attenuante. E allora che si fa? E' vero che il mondo giallorosso s'è rovesciato e ha ingoiato la partenza lenta(issima) dei Nostri con benevolenza, travolto da insolita passione per l'arrivo imminente del Signor Romelu Lukaku. Questo, nella speranza che a quel Big Rom, passa aggiungersi finalmente una 'a' per poter sognare chissà quali traguardi.

    Però il portiere resta un problema e non da oggi. Si sa, essendo uno dei figliocci di Mou, Rui Patricio gode di affetto e comprensione superiore alla media nazionale, ma il fatto che la Roma abbia bisogno di un uomo guantato affidabile, sembra essere il must delle ultime ore. E allora che si fa? Leggo di nomi altisonanti, per carriera e pedigree tecnico, da Lloris a De Gea. Lloris, come ha puntualmente scritto calciomercato.com, è in uscita dal Tottenham ha 36 anni e come last minute a costo zero sarebbe perfetto. De Gea, 32 anni, sarebbe un gran colpo ma il problema è nel costo per l'ingaggio. E in ogni caso c'è da capire quali siano le intenzioni di Mou rispetto al momento di crisi di un giocatore al quale si è affidato fin qui senza riserve. Tra l'altro, è il quadro complessivo a specchiarsi nell'inquietudine generale. Cioè, la tenuta difensiva, rocca inespugnabile del credo mourinhano. 

    Il punto è che non c'è più Ibanez. So che ora qualcuno spernacchierà ridacchiando e ripensando alle nefandezze dei derby o del match di Bergamo, mostrando però memoria corta rispetto alle decine e decine di recuperi in sgommata del brasiliano. Senza Ibanez, la Roma non ha più un velocista nei recuperi e guarda caso sono state proprio le ripartenze a conficcarsi nel fianco romanista, al netto degli errori del portiere. E inoltre, Smalling non è ancora lo Smalling che di solito fa strabuzzare gli occhi e disperare gli attaccanti avversari. Sono le strane curve del pallone: settimane intere a parlare del centravanti e del problema del gol e alla fine ti ritrovi a traballare là dietro, per gli errori del portiere e della difesa.

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