Romamania: senza Dybala e con Pisilli, De Rossi ritrova il coraggio e inizia la ricostruzione
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Della partita di Torino conta più la prestazione che il risultato, comunque positivo e per certi versi storico: ai giallorossi non capitava da 23 anni di tornare nella Capitale senza aver subìto gol in una gara di campionato in casa della Juventus. Allo Stadium, non più stregato, si è vista per la prima volta un’idea di squadra, ancora acerba, da modellare, completare, però è un deciso passo in avanti rispetto alle prime due gare troppo brutte per essere vere.
Tutti gli allenatori si lamentano del campionato che inizia prima della fine del calciomercato e hanno ragione. La Roma ne è una prova evidente, perché quando il tempo per le trattative scade gli affari portati avanti per settimane e settimane si concludono magicamente. Anche quelli che possono cambiare il volto della squadra. Di Saelemaekers e Koné abbiamo potuto apprezzare un primo assaggio ed entrambi danno l’idea di poter diventare delle pedine importanti nel nuovo scacchiere di De Rossi.
La gara con la Juventus passa alla storia anche per l’esordio da titolare in Serie A del miglior prodotto del settore giovanile degli ultimi anni: di strada davanti ne ha parecchia, è vero, ma Pisilli ha tutto per diventare un calciatore di livello e ha dinamismo, qualità e coraggio che possono fare molto comodo all’allenatore. Già in questa stagione.
A differenza delle scelte un po’ “pigre” nella formazione iniziale mandata in campo con l’Empoli, stavolta il coraggio lo ha ritrovato lo stesso De Rossi, non solo per la scelta di preferire il giovane centrocampista a Paredes. La vera decisione forte e rischiosa è stata la seconda panchina in tre gare a cui ha costretto Dybala in partenza. Inutile dire che in caso di sconfitta sarebbero ripartite le contestazioni al tecnico da tutta quella parte di critica e di pubblico che continua a considerare imprescindibile l’argentino. Ma ormai il messaggio lanciato da DDR allo spogliatoio è forte e chiaro: gioca chi si impegna di più in allenamento, non si lamenta, e corre in partita. E tutti, a cominciare da Dybala, devono rimboccarsi le maniche.
Continua a sembrare poco incisivo Dovbyk e c’è da sperare che abbia ragione l’allenatore quando continua a ripetere che l’ucraino segnerà tanti gol nel momento in cui la squadra inizierà a giocare meglio attorno a lui.
Alla fine di un mercato costoso, faticoso e un po’ caotico sono arrivate delle buone notizie, a compensare una parte degli errori commessi in estate. Detto dell’importanza di aver preso Koné e Saelemaekers, non va sottovalutato l’innesto di Hermoso per riparare la delusione Danso e l’imminente avvicendamento Smalling-Hummels. Nel frattempo resta inspiegabile il mancato arrivo di un terzino destro titolare e toccherà al saudita Abdulhamid smentirci. Non vediamo l’ora di chiedergli scusa.