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    Romamania: Mou a prescindere, ma i conti non tornano. Lukaku non basta se la difesa resta questa

    Romamania: Mou a prescindere, ma i conti non tornano. Lukaku non basta se la difesa resta questa

    • Paolo Franci
    Mou, a prescindere. Questo è il granitico sentimento delle genti romaniste. E così sia. Però è un fatto che si sia rotta la calcolatrice. Che i conti, cioè, non stiano tornando. Lo dice la classifica, lo dicono i risultati. Alibi? Un bel po', sicuro.

    Lo abbiamo già detto e scritto e lo ha detto anche Mourinho riferendosi alla partita di Torino: “La difesa è nuova per due elementi e mezzo, considerando che Llorente ha fatto 10 partite lo scorso anno e non abbiamo Smalling e Ibanez”. Questa 'nuova difesa' sta facendo dei gran disastri. Le papere di Rui Patricio, l'avvio di stagione orribile di Smalling, l'addio di Ibanez hanno minato le certezze difensive di una Roma un tempo di granito là dietro e ora tribù che traballa attorno a limiti ed errori dei nuovi arrivati. Con il Toro le difficoltà di Ndicka e Llorente sono state evidenti e, alla fine, anche decisive. Il gol preso è chiaramente in coabitazione tra i due.

    Come se ne esce? Il piano di Mou, considerando gli arrivi di grande qualità a centrocampo non è mutato. Sapendo che la difesa non sarebbe stata quella dello scorso anno e in virtù dello sbarco di Aouar, Paredes, Renato Sanches, Mourinho ha immaginato una squadra in grado di 'alzarsi' di una trentina di metri per andare a prendersi il pallone. Il punto è che con gli infortuni a ripetizione, la storia si è fatta in salita con una maggior esposizione della difesa. Però sono d'accordo quando Mourinho dice: “Ho una sensazione di crescita individuale”, guardando soprattutto al livello di gioco e alla personalità rispetto alle prime uscite. E soprattutto, riferendosi alla scelta di giocare sul palleggio a centrocampo nel tentativo di 'prendersi' la partita, Mou ha certificato: “La nostra proposta sarà questa, se tutti stanno bene abbiamo tante opzioni in mediana”, aspettando Pellegrini e il ritorno di Renato Sanches dopo la sosta di ottobre. Il punto è che con gli assenti non si gioca ed è vero che Aouar, Paredes o Renato Sanches non sarebbero diventati giocatori della Roma se non avessero avuto problemi di vario genere.

    Nel frattempo però, c'è Romelu che segna e s'arrampica, che si è messo la Roma sul groppone e non ne vuole sapere di non trascinarla in ogni secondo delle partite che ha giocato fin qui. Ma da solo non può farcela, gli serve una Roma che sappia difendere e assisterlo al tempo stesso. Serve un picco di personalità generale e quella voglia che Big Rom sta mettendo al servizio della squadra. Serve che la Roma torni ad essere la Roma di Mou là dietro, soprattutto. E' da lì che si riparte, senza alcun dubbio.

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