Getty Images
Romamania: Mkhitaryan intoccabile, è meglio di Pellegrini. Kalinic, finalmente!
Il senso della trasferta di Cagliari è racchiuso in queste poche parole. Il risveglio di Nikola quando nessuno se l'aspettava più, la prepotente impennata dell'armeno e addio Ninja e Cholito. Fa sorridere definire i due 'uomini nuovi' per il finale di campionato della Roma, considerando quanto li abbiamo aspettati a certi livelli. Ok, è vero: detto che Micki aveva giù fatto vedere qualche scintilla e certamente di altro livello rispetto a Kalinic.
In ogni caso, ora la Dzekodipendenza scenderà almeno di un paio di tacche. E certamente Fonseca avrà capito che la guida tecnica della squadra non potrà essere affidata a qualcuno che non abbia passaporto armeno. Di sicuro non al bistrattato Pellegrini, nato come mezz'ala e convinto dalla piazza e da qualcuno a Trigoria di essere un trequartista per la bruciante voglia di avere un altro numero 10 _ inteso come ruolo, non come numero _ romano e romanista. Intendiamoci: Pellegrini può farlo, da qui all'esserlo ce ne passa.
Però, chiaro, piano con i trionfalismi, perchè la Roma a Cagliari ha incassato tre gol da una squadra chiaramente sulle ginocchia. Non so se fisicamente ma psicologicamente senza dubbio. Nella Roma dell''A volte ritornano', dopo aver coccolato Micki e Nikola, come si fa a non dire una parola per colui che, secondo Fonseca: «Ha una grande capacità di uscire dalla pressione» e cioè Brunetto Peres? Ancora una buona prova, a parte qualche sciocchezza difensiva. Ma questo si sapeva e siamo alla vecchia storia della moglie 'mbriaca e della botte. Se vuoi un terzino offensivo devi mettere in conto che abbia difficoltà in fase difensiva. Almeno 90 terzini su cento hanno questo limite. Poi ci sono i fenomeni, ma quelli da tanto tempo non abitano più a Roma.