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    Romamania: ma se ritiro, segno?

    Romamania: ma se ritiro, segno?

    • Valerio Nasetti
    E così la Roma ha varato il ritiro a giorni alterni che probabilmente proseguirà fino alla data del derby. E' una decisione presa sotto la pressione dei tifosi, non c'è dubbio. Non ne sentivano l'esigenza nè i giocatori, nè l'allenatore. Mentre dai piani alti di Trigoria si sono fatti trasportare dai rumori dell'ambiente. Probabilmente le modalità pittoresche della "clausura' originano proprio dalla mancata convinzione di tutte le parti coinvolte. Insomma ci si chiude per accontentare una piazza affetta da un piacere sadico, dalla serie "soffriamo noi in curva o davanti alla tv, che soffrano un po' pure loro". Perchè, parliamoci chiaro, in fin dei conti non è detto che se ritiro, segno.

    Intanto, guardando cinicamente la classifica e confrontandola con quella precedente ci si accorge che, per l'ennesima volta nella propria storia, la Roma ha 'sbagliato' campionato della vita. Un anno fa, di questi tempi i giallorossi avevano 85 punti (poi persero le ultime tre) ed erano a meno otto dalla Juve. Se li trasportassimo in questa stagione, la Roma sarebbe prima con cinque punti di vantaggio sui bianconeri. Nell'attuale campionato, invece, l'averne ventuno in meno garantisce allo stesso modo la seconda piazza. In un certo qual senso, è come se la squadra si fosse appiattita alle esigenze del torneo. Impossibile arrivare primi, impossibile arrivare terzi. A meno che non accada una catastrofe. Ovvero perdere il derby. Nel 2013 l'evento scatenò un terremoto positivo. Arrivò Rudi Garcia, fu mandato via Andreazzoli che in caso di vittoria della Coppa Italia sarebbe rimasto. Nel 2015 c'è la possibilità addirittura si giochi lo stesso giorno. L'allenatore francese faccia i suoi debiti scongiuri.
     

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